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Germania-Francia, a noi il 50% di chi sbarca in Italia

Ue cerca accordo distribuzione

Francia e Germania sono pronti ad accogliere ognuna il 25% dei migranti che sbarcano in Italia. Passi avanti verso la creazione di quel "meccanismo temporaneo" di ripartizione a cui sta lavorando la Commissione europea e sul quale conta il nuovo Governo Conte per gestire senza crisi gli arrivi delle navi umanitarie. Intanto, dopo che ieri la nota di Palazzo Chigi aveva parlato di "sollecita soluzione" per la Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere con a bordo 82 migranti soccorsi, non si sblocca lo stallo. Non è stato ancora raggiunto un adeguato numero di Paesi Ue 'volenterosi' disponibili a prendersi una quota dei salvati. E una nuova tragedia sembra essere accaduta ieri sera, con 4 persone migranti che risultano disperse dopo essersi tuffate a 15 miglia dall'isola di Marettimo da un barchino partito dalla Tunisia. Il premier Giuseppe Conte ha ribadito oggi la sua linea. "A me - ha spiegato - non interessa la propaganda ma non transigo sulla politica di rigore nel contrasto del traffico illecito. Per il resto i problemi cercheremo di risolverli in poco tempo anziché in 20 o 30 giorni". Sulla Ocean Viking, Bruxelles sta coordinando le offerte di accoglienza, ma il negoziato non è concluso. Ancora pochi i 'volenterosi'. La Commissione europea è pronta a sostenere - sia dal punto di vista finanziario che operativo - un "meccanismo temporaneo" per la ripartizione dei migranti salvati nel Mediterraneo. Francia e Germania, ha annunciato il ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, sono d'accordo ad accogliere il 25% a testa delle persone soccorse che arrivano in Italia, dove potrebbe restare una quota attorno al 10%. "L'aspettativa è che altri Stati si aggreghino", ha aggiunto Seehofer. Del tema si parlerà nel vertice dei ministri dell'Interno del 23 settembre a Malta, cui parteciperà anche Luciana Lamorgese. La Ocean Viking continua così a fare su e giù ad una trentina di miglia ad est di Lampedusa, in acque sar maltesi. Caduta finora nel vuoto la richiesta di 'pos' (porto sicuro) a Roma e La Valletta. Sarebbero le autorità dell'isola in questo momento competenti a dare una risposta. Il direttore generale di Medici senza frontiere, Gabriele Eminente, invoca una "soluzione rapida". Ci sono, ricorda, "82 persone che hanno subito enormi traumi, chiediamo di risparmiar loro altre inutili sofferenze. Sappiamo che i Governi europei stanno cercando un accordo sulla loro distribuzione, ma intanto che si facciano sbarcare". L'obiettivo concordato ieri nella riunione a Palazzo Chigi di Conte con i ministri competenti era quello di evitare i lunghi giorni - in alcuni casi anche settimane - di attesa in mare per le navi umanitarie alle prese con la politica dei 'porti chiusi' di Matteo Salvini. Ma la Ocean Viking continua ad essere senza un 'place of safety' e dal Pd sale il malcontento. "E' una vergogna", attacca Matteo Orfini. "In attesa dell'accordo sulla redistribuzione - osserva - la nave resta in mare senza l'assegnazione di un porto sicuro. Esattamente come accadeva con Salvini ministro. Così davvero non va bene". Critico anche Filippo Sensi: "ho capito l'accordo europeo, la ricollocazione, la rava e la fava. Non ho capito, però, perché la Ocean Viking sia ancora lì, da giorni in mezzo al mare. Devo essermi perso qualcosa. Come era, discontinuità? O forse umanità? Non ricordo bene".

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