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Kiev nega accesso giornalista Rai Mosca

Doveva seguire voto presidenziali. Fnsi-Usigrai: 'Gravissimo'

Il corrispondente della Rai a Mosca, Marc Innaro, è stato respinto alla frontiera con l'Ucraina, insieme al suo operatore, mentre si stava recando nel Paese per seguire le imminenti elezioni presidenziali. Il giornalista è stato trattenuto per quattro ore all'aeroporto di Kiev prima di essere espulso.

Secondo quanto apprende l'ANSA, le autorità di Kiev hanno motivato la decisione di negare l'accesso al giornalista poiché "non può spiegare l'obiettivo del suo soggiorno in Ucraina", in conformità alla legge di accesso alla frontiera "punto 4 paragrafo 8". La troupe Rai però aveva già ricevuto la conferma verbale di accredito presso la Commissione Centrale elettorale ucraina nonché un'intesa con l'ufficio stampa della presidenza per un'intervista al presidente Petro Poroshenko, "compatibilmente alla sua fitta agenda di impegni". Il giornalista e il suo operatore sono stati fermati dalle guardie di frontiera e, successivamente, al colloquio era presente una agente in borghese, probabilmente "dei servizi di sicurezza". Arrivati alle 23:00, ora locale, di domenica, Innaro e l'operatore sono stati espulsi alle 4 del mattino.

"Il governo ucraino - sottolineano il sindacato dei giornalisti Fnsi e quello della Rai, Usigrai, in una nota congiunta - ha impedito all'inviato della Rai Marc Innaro di entrare nel Paese per seguire le prossime elezioni. Si tratta di una decisione gravissima perché Innaro era già stato accreditato e nessuno aveva sollevato obiezioni, anche perché si tratta di uno degli inviati Rai più stimati e di assoluto rigore professionale. Evidentemente il governo di Kiev ha deciso di 'oscurare' le elezioni e di ostacolare il libero esercizio del diritto di cronaca", scrivono Fnsi e Usigrai.
   

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