Dopo oltre due anni e nove mesi, la pittrice curda Zehra Dogan è stata rilasciata da una prigione turca, dove si trovava con l'accusa di "propaganda terroristica" per aver dipinto e condiviso sui social media un quadro che mostrava le macerie della città di Nusaybin, nel sud-est curdo del Paese, dopo le operazioni militari di Ankara contro il Pkk.
Il suo caso aveva suscitato indignazione a livello internazionale e in sua difesa si era schierato anche Banksy, che l'aveva rappresentata dietro le sbarre in un murales lungo 20 metri a New York. Dal carcere, l'artista ha continuato a dipingere usando il cibo e il suo stesso sangue, in assenza dei materiali necessari. Dogan è anche giornalista ed è stata tra le fondatrici dell'agenzia di stampa di sole donne Jinha, chiusa dopo il fallito golpe del 2016 perché accusata di legami terroristici con il Pkk.