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Micalizzi rischia di perdere vista a occhio

Il fotoreporter è ricoverato nell'ospedale Usa a Baghdad

    Rischia di perdere la vista da un occhio il fotografo italiano Gabriele Micalizzi, ferito ieri sul fronte tra l'Isis e le forze curde nella Siria sud-orientale, dove anche oggi è proseguito l'assalto finale, sostenuto dalla Coalizione a guida americana, contro l'ultima sacca di territorio in mano ai miliziani dello Stato islamico.
    Il giovane giornalista si trova nell'ospedale militare americano di Baghdad, dove è arrivato nella notte dopo lunghe ore di attesa in Siria e di trasferimento a bordo di un veicolo medico dal confine siro-iracheno. Micalizzi è stato operato all'occhio ma non è comunque in pericolo di vita, assicurano le fonti a lui vicine, perché nell'attacco non sono stati danneggiati organi vitali.
    Il trasferimento in Italia sarà possibile presto, ma dopo una prima stabilizzazione delle sue condizioni. Il 35enne fotoreporter italiano era stato ferito al volto da schegge di un razzo Rpg mentre si trovava assieme ad altri colleghi sul fronte di guerra tra il fiume Eufrate e il confine iracheno, nei pressi di Baghuz. Proprio a Baghuz si continua a combattere e le forze curde affermano che nei prossimi giorni "l'Isis sarà definitivamente sconfitto" militarmente. Tanto che nel vicino impianto petrolifero di Al Omar, si sta allestendo una piattaforma da cui annunciare formalmente la sconfitta dello Stato islamico in Siria.
    L'anno scorso, l'Iraq aveva annunciato la fine dell'Isis dopo che i miliziani jihadisti si erano impossessati nel 2014 di ampie regioni lungo la valle dell'Eufrate tra Siria e Iraq. Dopo la sconfitta in Iraq, i jihadisti si erano raggruppati nella regione siriana di Dayr az Zor. E da settembre scorso le forze curdo-siriane, espressione dell'ala locale del Pkk anti-turco, hanno lanciato l'offensiva in quest'area col sostengo dell'aviazione della Coalizione e di miliari americani sul terreno. Oggi, afferma l'ong Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), i jihadisti dell'Isis sono asserragliati in un fazzoletto di terreno di appena due chilometri quadrati. Si tratta di alcune centinaia di irriducibili, per lo più iracheni e tunisini.
    Secondo l'Osservatorio, questi miliziani custodiscono un tesoro, costituito da circa 40 tonnellate di lingotti d'oro, trafugati negli anni dai depositi delle banche di Siria e Iraq. Da questa zona sono fuggite nelle ultime 48 ore più di 1.100 persone, per lo più civili, ma anche circa 50 jihadisti di nazionalità tedesca, francese, turca e cecena. La Coalizione ha annunciato oggi di aver colpito con raid aerei una moschea nella zona di Baghuz, secondo i militari americani usata dai jihadisti per scopi militari. L'Osservatorio afferma che nel bombardamento sono morte 16 persone, per lo più civili.

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