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Brexit: May, è l'accordo giusto per Londra. La Spagna punta i piedi su Gibilterra

Bozza, possibile estensione di un anno transizione. Nessun accenno a Gibilterra e ai diritti della pesca. Merkel: 'Passi avanti ma servono altre discussioni'

I commissari europei hanno dato luce verde al testo sulla dichiarazione politica congiunta sulla relazione futura tra l'Ue ed il Regno Unito. Lo annuncia il portavoce della Commissione europea che si occupa di Brexit, Daniel Ferrie, su Twitter. A questo punto "il documento dovrà essere oggetto dell'endorsement dei 27 leader al vertice di domenica". 

Theresa May conferma l'intesa raggiunta "nella notte" fra i negoziatori sulla dichiarazione relativa alle relazioni future fra Londra e Bruxelles e afferma che si tratta di un "accordo giusto" per gli interessi nazionali britannici. Un accordo - insiste in una dichiarazione da Downing Street - che "attua il risultato del referendum, ci restituisce il controllo dei nostri confini, leggi e soldi", proteggendo nello stesso tempo "i nostri posti di lavoro, la nostra sicurezza e integrità territoriale". "Il popolo britannico vuole che questa questione sia risolta, vuole un buon accordo che ci metta sulla strada di un futuro più luminoso", prosegue Theresa May, ribadendo di considerare il testo ora sul tavolo un passo nella giusta direzione e di essere "determinata a portare a casa questo accordo". May spiega di aver aggiornato sugli sviluppi il suo consiglio dei ministri e di avere in programma una dichiarazione di fronte alla Camera dei Comuni più tardi. Mentre conferma d'aver parlato ieri con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e di essere "fiduciosa" che il vertice di domenica possa sancire un accordo che possa valere "per l'intera famiglia del Regno Unito, inclusa Gibilterra". Conferma infine la sua nuova missione a Bruxelles per sabato, con l'obiettivo di definire gli ultimi dettagli in vista del summit del giorno dopo. Theresa May difende di fronte alla Camera dei Comuni l'accordo con l'Ue sulla Brexit: accordo che - afferma - "metterà una volta per sempre fine alla libertà di movimento, alla giurisdizione della Corta europea" sul Regno Unito e all'invio di vaste somme di denaro verso Bruxelles" e che "onora la volontà espressa dal popolo britannico nel referendum" in vista dell'uscita dall'Ue il 29 maggio 2019. Nel contempo assicura che vengono preservati la cooperazione coi 27 sul terreno della sicurezza e rapporti commerciali "senza dazi". May è entrata poi in polemica con le contestazioni di Jeremy Corbyn, nel botta e risposta con il leader dell'opposizione laburista, insistendo che gli impegni presi sono stati mantenuti e che anche le sei condizione poste dal Labour per un accordo accettabile sarebbero rispettate. La premier conservatrice ha parlato in particolare di garanzie su una futura relazione commerciale con l'Ue che nessun altro Paese esterno ha, affermando nello stesso tempo che "l'integrità del nostro prezioso Regno Unito" è stata tutelata e verrà salvaguardata. Mentre ha sostenuto che sulla pesca, Londra ha ottenuto di non consentire "l'accesso alle nostre acque" ai pescatori di altri Stati europei in cambio della possibilità britannica di accedere al mercato europeo e che la Gran Bretagna tornerà a essere "uno stato costiero indipendente". Si tratta di un accordo firmato nel nome "dell'interesse nazionale", ha detto May, accusando Corbyn di fare invece "giochi politici". La premier è stata tuttavia presa di mira dal fronte opposto anche da vari falchi Tory 'brexiteers', incluso l'ex ministro Dominic Raab, contrari in particolare al backstop sull'Irlanda del Nord. Meccanismo vincolante che resta nell'accordo a tutela del mantenimento di un confine aperto fra Belfast e Dublino, anche se la premier rimarca che "non è previsto come automatico" e che l'intenzione dichiarata sia del Regno sia dell'Ue è di non farlo entrare in vigore.

Per il periodo di transizione post-Brexit, "il Comitato congiunto" Ue-Gb "potrà, prima del primo luglio 2020, adottare una sola volta la decisione per estendere il periodo di transizione per il massimo di un anno", si legge nella bozza di accordo sulla dichiarazione politica congiunta sulle relazioni future tra Ue e Regno Unito, di cui l'ANSA ha visione. Ue e Regno Unito "ricordano la loro determinazione a sostituire la soluzione del 'backstop'" il meccanismo che stabilisce lo status quo per le frontiere irlandesi, "con un successivo accordo che stabilisca disposizioni alternative per assicurare che non sorgano frontiere fisiche sull'isola di Irlanda, su base permanente". Per facilitare il movimento delle merci attraverso le frontiere", Ue e Regno Unito "prevedono accordi globali che creeranno un'area di libero scambio, che unisca regolamentazione profonda e cooperazione doganale, rafforzata da disposizioni che assicurino condizioni eque per una competizione giusta e aperta".

Nella bozza della dichiarazione politica congiunta sul futuro politico Ue-Gb, che ha avuto luce verde a livello di negoziatori, non si trova traccia della questione di Gibilterra, sollevata dalla Spagna, né quello sui diritti della pesca, sollevata dalla Francia tanto che il presidente della Commissione Jean Claude Juncker "ha parlato con il premier spagnolo Sanchez, martedì al telefono e ha incoraggiato May ieri a parlare con lo spagnolo. Siamo ora in una logica degli stati membri e spetta a loro lavorare per arrivare ad un erdorsement domenica. Non voglio entrare nei contenuti del testo che sono oggetto di discussione degli Stati ma posso confermare che la questione di Gibilterra e della pesca non sono state ancora risolte" ha detto il portavoce della Commissione europea. 

La Spagna punta i piedi su Gibilterra. La Spagna è tornata ad esprimere con forza la sua preoccupazione sulla trattativa per lo status futuro di Gibilterra, alla riunione dei 27 ambasciatori, riscuotendo il sostegno di alcuni Stati membri. Questo è l'unico punto su cui il lavoro dei negoziatori sta andando avanti, mentre per il resto, il testo sulla dichiarazione politica congiunta per le relazioni future è da considerarsi chiuso. Secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche europee, il rappresentante di Madrid ha riproposto con forza la questione di Gibilterra, chiedendo persino di emendare l'articolo 184 del testo di divorzio, quello che prevede una procedura spedita sul negoziato per l'intesa sulla relazione futura. Ma tra gli Stati membri non c'è appetito per tornare a mettere mano alle 485 pagine di divorzio, e non sono neppure troppo contenti di riaprire la dichiarazione politica congiunta per le relazioni future, che dalla maggior parte viene considerata "chiusa". E nonostante il lavoro su Gibilterra vada avanti, sembra che la situazione sia difficilmente risolvibile a livello tecnico, e tra i diplomatici c'è anche chi non esclude che la questione possa atterrare sul tavolo dei leader, domenica. Nessun segnale allarmante invece dalla Francia, che nei giorni scorsi aveva insistito sul punto dei diritti della pesca. Nel testo della dichiarazione politica si sancisce che "il Regno Unito sarà uno Stato costiero indipendente", ma "nel contesto della partnership economica globale le Parti stabiliranno un nuovo accordo sulla pesca, per l'accesso alle acque a alle quote. Le Parti faranno i loro migliori sforzi per concludere e ratificare la loro nuova intesa sulla pesca entro il primo luglio 2020".

"Siamo andati un passo avanti ma di sicuro saranno necessarie molte altre discussioni, in particolare nel Regno Unito": lo ha detto la cancelliera Angela Merkel parlando di Brexit, nel corso del congresso dell'Associazione dei datori di lavoro tedeschi stamane a Berlino. "Un'uscita non ordinata sarebbe la peggiore delle possibili vie d'uscita, sia per l'economia quanto per la nostra condizione mentale dei nostri rapporti futuri", ha proseguito Merkel. Se non ci fosse il problema dei confini con l'Irlanda del Nord probabilmente la questione si sarebbe già risolta, ha continuato la cancelliera.


   

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