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La Norvegia si scusa con le sue donne che amarono i nazisti

La Norvegia si scusa con le sue donne che amarono i nazisti

Le 'ragazze tedesche' furono punite o espulse come traditrici

ROMA, 18 ottobre 2018, 19:17

Redazione ANSA

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Erna Solberg - RIPRODUZIONE RISERVATA

Erna Solberg - RIPRODUZIONE RISERVATA
Erna Solberg - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il primo ministro della Norvegia Erna Solberg ha rivolto le scuse ufficiali del governo a tutte le donne norvegesi che durante la Seconda guerra mondiale ebbero rapporti con i soldati tedeschi e che per questo furono punite anche duramente al termine del conflitto. Lo riporta la Bbc.

    La Norvegia fu invasa dalle forze naziste nell'aprile del 1940 e si ritiene che circa 50.000 donne norvegesi ebbero rapporti intimi con i soldati tedeschi, incoraggiati in questo dal capo delle Ss Heinrich Himmler, che sperava così di 'migliorare' la razza ariana. Le donne furono ribattezzate le 'ragazze tedesche' e furono in seguito prese di mira con l'accusa di avere tradito il Paese. Tra le conseguenze cui andarono incontro, la privazione dei diritti civili, la detenzione o addirittura l'espulsione dal Paese verso la Germania, insieme ai loro figli.

    "Le autorità norvegesi - ha sottolineato Solberg - violarono la regola fondamentale secondo cui nessun cittadino può essere punito senza processo o condannato. Per molte, fu solo un amore adolescenziale, per alcune l'amore della loro vita con un soldato nemico o un flirt innocente che le segnò per sempre".

    Poche delle 'ragazze tedesche' sono ancora in vita per poter apprezzare le scuse, ma lo sono tanti dei loro figli. Si pensa che circa 12.000 bambini siano nati da queste relazioni. Alcuni dei bambini furono presi di mira a loro volta con atti di vendetta, affidati a altre famiglie o collocati in istituti. Nel 2007 un gruppo di loro si appellò alla Corte europea dei diritti dell'uomo per chiedere giustizia, ma il loro caso fu dichiarato inammissibile per il tanto tempo trascorso dai fatti.    

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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