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Polonia, impasse su riforma giustizia. Presidente Duda la respinge

Limitava l'autonomia giudici, ora si torna in parlamento

Giornata di svolta oggi in Polonia dove a sorpresa il presidente Andrzej Duda ha annunciato che non avrebbe firmato due delle tre leggi con le quali il Pis, il partito del leader Jaroslaw Kaczynski, al governo da due anni, intendeva mettere sotto il proprio controllo il sistema della giustizia. Si tratta di una legge sulla Corte suprema e l' altra sul Consiglio nazionale di magistratura, approvate di recente e molto rapidamente da ambedue i rami del parlamento polacco dove i rappresentanti del Pis hanno la maggioranza assoluta, molto criticate dall'Unione europea che ha chiesto a Varsavia di cambiarle pena l'avvio di una procedura di infrazione che potrebbe arrivare fino a privarla del diritto di voto a Bruxelles. Duda ha contestato diversi aspetti di queste leggi, fra l'altro il fatto che secondo le nuove norme i giudici dovrebbero essere indicati dal ministro della giustizia, che copre gia' la carica di procuratore generale. Il presidente non si è invece pronunciato sulla terza legge con la quale i presidenti di tribunali di diversi livelli dovrebbero comunque essere indicati dal ministro guardasigilli. Il veto complessivo sulle tre leggi e' stato sostenuto con determinazione dalle forze dell' opposizione e da diversi movimenti sociali, soprattutto dei giovani, che da otto giorni consecutivi sono stati protagonisti di manifestazioni di protesta in diverse citta' del paese. Proteste sempre piu' visibili, che ieri hanno raggiunto il numero di 160. Secondo il predecessore di Duda, l'ex presidente Bronislaw Komorowski, pur stando lontano dalla vita dei partiti, i giovani hanno colto il rischio di far cadere la democrazia in Polonia e si sono sentiti minacciati dalla prospettiva di essere isolati dall' Europa. Duda (indicato per la carica di capo dello stato da Kaczynski) ha scelto per la prima volta di fare qualcosa che va contro le intenzione della sua corrente politica, perche' "ha sopportato male le umiliazioni da parte del Pis" che non lo ha consultato prima di proporre le riforme. Per i dirigenti di questo partito, e' stata una vera delusione: riuniti nella sede del Pis hanno cercato di trovare una via di uscita. Secondo indiscrezioni, nonostante le vacanze parlamentari gia' cominciate, potrebbero cercare di convocare una seduta estiva straordinaria delle due Camere per respingere il veto del presidente. Un veto che esige - secondo la Costituzione - una maggioranza di 3/5 dei voti: un tetto al quale il Pis non arriva anche con alcuni piccoli partiti affiancati. Mentre continuano le manifestazioni degli oppositori che festeggiano, ma chiedono "3XNo", ovvero una svolta politica completa da parte di Duda, il presidente in tv incita la popolazione alla pace e promette di presentare fra breve la propria proposta di riforma della giustizia.

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