- TEL AVIV - Israele ha approvato un nuovo insediamento ebraico in Cisgiordania, il primo negli ultimi 20 anni, ma al tempo stesso Benyamin Netanyahu ha annunciato, in un atto di "buona volontà" verso gli Usa, un rallentamento della costruzione di nuove case, che sarà autorizzata solo negli insediamenti già esistenti o, in alcuni casi specifici, nelle loro immediate vicinanze. Decisioni che hanno comunque sollevato la ferma condanna sia dei palestinesi, per i quali si tratta di "colonialismo, apartheid, pulizia etnica", sia dell'Onu, il cui segretario generale Antonio Guterres ha denunciato "ogni atto unilaterale che, come quello preso, minaccia la pace e mina la soluzione dei due Stati". La scelta di dare il via al nuovo insediamento in Cisgiordania, che sorgerà a Shiloh, deriva dalla promessa fatta nei mesi scorsi da Netanyahu agli ex residenti dell'avamposto illegale ebraico di Amona, abbattuto in base ad una sentenza della Corte Suprema israeliana. Una promessa il cui mantenimento - secondo i media - Netanyahu ha fatto presente nel corso dei colloqui con l'inviato del presidente Trump Jason Greenblatt. D'ora in poi l'avvio di nuove case avverrà solo all'interno degli insediamenti già esistenti e non sarà tollerata alcuna costruzione di nuovi avamposti illegali ebraici su terre private palestinesi, come quello di Amona. Netanyahu ha quindi dato il via libera a bandi edilizi per circa 2.000 nuove case (su 5.500 già annunciate nello scorso gennaio).Circa 420mila israeliani vivono negli insediamenti ebraici in Cisgiordania, considerati illegali dalla comunità internazionale.