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La felicità ora abita in Norvegia, l'America s'intristisce

Per 'senso comunità'.Scalzata Danimarca,Centrafrica più infelice

 Per essere felici non serve necessariamente un clima amabile o un tenore di vita elevato, sebbene questi elementi aiutino: il popolo più felice della Terra oggi è infatti quello norvegese, dove economicamente si sta bene ma dove gli inverni sono rigidi e immersi nel buio. La Norvegia ha guadagnato la vetta del Rapporto sulla felicità nel mondo 2017, elaborato annualmente dal Sustainable Development Solutions Network (Sdsn), iniziativa che opera su commissione delle Nazioni Unite su 155 Paesi. La Norvegia ha scalzato dalla vetta la Danimarca, campione dello scorso anno che ora si piazza al secondo posto davanti all'Islanda, alla Svizzera e alla Finlandia. Seguono Olanda (sesta), Canada Nuova Zelanda, Australia e Svezia a completare la 'top ten' della felicità, le cui ultime posizioni sono occupate tutte da Paesi dell'Africa subsahariana, che superano perfino la martoriata Siria (quart'ultima): Tanzania, Burundi e, ultimo degli ultimi, Repubblica centrafricana, dov'è in corso una strisciante guerra civile. L'Italia, in questo contesto, rientra ancora nel terzo superiore della classifica, al 48/mo posto, fra l'Uzbekistan e la Russia, mentre l'America, 14ma e "in discesa", viene rilevato come Paese che si intristisce, inesorabilmente, in un modo che Donald Trump non sembra poter risollevare...anzi. La Norvegia si trova in testa malgrado il crollo del prezzo mondiale del petrolio, settore che costituisce il pilastro più importante del benessere della piccola nazione di soli 5 milioni di individui che abitano un territorio enorme.
    Secondo l'Sdsn, a contare è soprattutto il "fattore umano", cioè il senso di comunità, che è particolarmente forte nella società norvegese.
    "Un buon inizio per un lunedì mattina", ha commentato il ministro degli esteri norvegese, Borge Brende. "Siamo il Paese più felice del mondo in un nuovo rapporto, nel quale si invitano le nazioni a costruire fiducia sociale ed equità", ha proseguito Brende. Legami sociali fondati su equità, sul senso di sicurezza nei servizi pubblici, nell'aspettativa di vita, nel sostegno a chi si trova in difficoltà, nella generosità reciproca, nella libertà di scegliere, fra le altre cose. Tutte componenti che si associano volentieri al benessere economico - più facile in società piccole e privilegiate come quelle scandinave - ma in un rapporto non necessario: gli Stati Uniti, infatti, perdono posti nella classifica ogni anno, scivolando nel 12017 dal tredicesimo al quattordicesimo. Al caso degli Usa "tristi", dove pure l'economia è ripartita e il livello di benessere economico cresce continuamente, il rapporto dedica infatti un intero capitolo: "Riportare la felicità in America". La crisi sociale Usa, rileva il rapporto ha molte sfaccettatura: diseguaglianza crescente, corruzione, senso di isolamento, sfiducia. "Quella americana, in breve, è una crisi americana, non economica", spiega, citato da Bbc, Jeffrey Sachs, direttore dell'Sdsn, secondo il quale le politiche di Donald Trump peggioreranno ulteriormente le cose, perché "tutte indirizzate ad incrementare le disuguaglianze: dai tagli alle tasse dei più abbienti alla esclusione di molte persone dall'assistenza sanitaria fino ai tagli all'assistenza a domicilio per aumentare la spesa militare. Secondo me tutto ciò che (Trump) ha proposto va nella direzione sbagliata", ha detto Sachs.
   

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