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Brexit: Corte dà torto al governo May, voti Parlamento. Presto legge a Camere

Sterlina debole e crescita dell'inflazione preoccupano i britannici grandi amanti della birra

Theresa May annuncia a sorpresa che il governo è pronto a presentare un libro bianco sul piano della Brexit al parlamento in vista del voto sulla proposta di legge che attiva l'uscita dall'Ue. L'annuncio è stato fatto dalla premier britannica nel corso del Question Time ai Comuni rispondendo così all'appello di numerosi deputati, laburisti e conservatori. Downing Street in precedenza aveva sottolineato che un documento del genere non era necessario.

Sterlina debole e crescita dell'inflazione preoccupano i britannici grandi amanti della birra. Secondo il Guardian infatti, uno dopo l'altro i colossi del settore stanno alzando i prezzi della bevanda regina del pub: gli ultimi due sono stati Heineken e Carlsberg, oltre a MolsonCoors, produttore della Carling, la più popolare nel Regno, e ABInBev con la sua Budweiser. Carlsberg ha dichiarato che di fronte alla sfida dei "costi significativi" ha aumentato i prezzi in media del 2,6%, mentre Heineken ha rialzato di 6 pence il costo di una pinta. Se la debolezza della sterlina persiste i produttori sono già pronti ad introdurre nuovi e più consistenti aumenti dei prezzi.

La Corte Suprema di Londra ha disposto oggi in via definitiva che la notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona per l'avvio dei negoziati con l'Ue per la Brexit dovrà essere autorizzato da un voto del Parlamento britannico. Il verdetto conferma quello di primo grado dell'Alta Corte e dà torto al governo May che aveva presentato ricorso invocando il diritto ad attivare l'articolo 50 d'autorità, nel rispetto della volontà popolare del referendum del 23 giugno.

La Corte ha escluso qualunque potere di veto da parte delle assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord sulla Brexit, l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Lo ha annunciato il presidente della Corte, affrontando il secondo punto del suo verdetto odierno e respingendo il tentativo di far valere in questo caso il potere della devolution.

Il governo britannico di Theresa May e' "deluso" dell'esito della controversia legale che impone un voto del Parlamento per l'attivazione dei negoziati sulla Brexit, ma lo rispetta e attuerà quanto richiesto dal verdetto, ha detto l'attorney general Jeremy Wright, notando peraltro che questo verdetto non mette in discussione il referendum e annunciando per oggi la presentazione alle Camere di una legge ad hoc per l'avvio alle procedure di divorzio dall'Ue. Il governo, ha confermato il ministro per la Brexit, David Davis, conferma l'impegno a portare a termine il divorzio dall'Ue nel rispetto del referendum. Davis ha precisato che una legge "la più inequivocabile possibile" per permettere all'esecutivo ad avviare i negoziati con Bruxelles sarà presentata "a giorni" e aggiungendo che al Parlamento spetta ora autorizzare il governo, non mettere in discussione la Brexit.

"Solo il Parlamento e' sovrano": così Gina Miller, la donna d'affari e attivista che aveva sfidato sul piano legale il governo di Theresa May, ha esultato per il verdetto della Corte Suprema che ha dato ragione a lei e torto all'esecutivo sulla necessità di un voto preliminare delle Camere britanniche per l'avvio dei negoziati sulla Brexit. Questo verdetto darà "una base legale alla notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona", ha insistito Miller, ribadendo di non aver voluto sabotare il risultato pro Brexit del referendum di giugno, ma solo imporre lo scrutinio del Parlamento sulla procedura di uscita. La businesswoman ha quindi ricordato che "la Gran Bretagna è un Paese libero" e si è detta "scioccata del livello di abusi personali" e minacce subite negli ultimi mesi "solo per aver posto una questione legittima" dinanzi ai giudici. Ha infine auspicato che in futuro le testimonianze di condanna di questi abusi siano più unanimi e tempestive.

Sturgeon, 'sempre più chiara la necessità di un nuovo referendum' - E' "sempre più chiara" la necessità di un secondo referendum sull'indipendenza della Scozia dalla Gran Bretagna. Lo ha dichiarato la 'first minister' scozzese Nicola Sturgeon dopo il verdetto della Corte suprema sull'attivazione della Brexit che deve passare attraverso il voto del Parlamento di Westminster ma che non prevede un potere di veto da parte dell'assemblea di Edimburgo, o di quelle di Galles e Irlanda del Nord. Sturgeon ha detto che la voce della Scozia "non è stata ascoltata" e aggiunto che i principi della devolution appaiono così "senza valore". La leader scozzese non ha comunque ancora annunciato in via ufficiale un nuovo voto popolare per l'indipendenza dalla Gran Bretagna. E' comunque intenzionata a far votare, anche se in via simbolica, l'assemblea di Edimburgo sull'avvio della Brexit.

 

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