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Risoluzione Unesco su Gerusalemme. L'ira di Israele

Risoluzione Unesco su Gerusalemme. L'ira di Israele

A Parigi via libera formale a testo luoghi sacri.Italia astenuta

PARIGI, 26 ottobre 2016, 11:32

(di Paolo Levi)

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 'Rien ne va plus' tra Unesco e Israele: dopo il voto di giovedì in commissione, il Consiglio esecutivo dell'organismo Onu per Scienza, Educazione e Cultura ha formalizzato oggi l'adozione della controversa risoluzione su Gerusalemme Est e il Monte del Tempio tanto osteggiata da Israele. Contro la risoluzione si era espressa nei giorni scorsi la stessa direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova, condannando le divisioni religiose e culturali all'interno dell'organismo delle Nazioni Unite. Secondo l'ambasciatore israeliano presso l'organismo, Carmel Shama HaCoen, la Bokova avrebbe addirittura ricevuto per quelle parole "minacce di morte e la sua protezione è in via di rafforzamento". Una notizia non confermata dall'Unesco stesso.
    Il testo è stato formalizzato questa mattina intorno alle 11:30, ha confermato all'ANSA l'ufficio stampa dell'organizzazione con sede a Parigi.
    Riuniti nella capitale di Francia i 58 Paesi membri del Consiglio esecutivo hanno dunque approvato formalmente la risoluzione su Gerusalemme Est che, a giudizio dello Stato ebraico, non non sembra riconoscere i profondi legami storici e spirituali tra gli ebrei e il Monte del Tempio di Gerusalemme (come gli ebrei chiamano la Spianata delle Moschee) e il Muro del Pianto. Una posizione duramente criticata dal premier Benyamin Netanyahu che nei giorni scorsi l'ha definita "assurda" e che equivale a dire che "la Cina non ha legami con la Grande Muraglia o l'Egitto con le Piramidi".
    Presentata dai palestinesi insieme ad Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan, la risoluzione è stata adottata giovedì scorso in commissione suscitando la dura protesta di Israele e la sospensione delle relazioni con l'organismo Onu. In quell'occasione 24 paesi dissero di essere favorevoli e 6 contrari (Usa, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia, Olanda). In 26 si sono invece astenuti (Italia compresa), mentre i rappresentanti di 2 nazioni non erano presenti al momento del voto. La risoluzione sembra per ora aver messo una pietra tombale sui già difficili rapporti tra l'organismo e Israele, tesi da anni per il riconoscimento della Palestina. Nel provvedimento - che condanna Israele su vari temi riguardo Gerusalemme e i suoi luoghi santi - si utilizza la terminologia araba di "Moschea di Al-Aqsa" e di "Haram al-Sharif" ma non il termine ebraico (Har HaBayit) né quello inglese equivalente (Temple Mount). E nel testo ci si riferisce al Muro del Pianto usando la dizione araba di "Buraq Plaza" e quella di 'Muro Occidentale'. Una formulazione che ha indignato tutto Israele: dalla maggioranza all'opposizione, come testimoniano l'intervento del premier Netanyahu ("Il teatro dell'assurdo dell'Unesco continua") e quello del laburista Isaac Herzog ("Una risoluzione bizzarra").
    Sui social sono tanti gli interventi in cui si accusa l'Unesco di cambiare non solo la Bibbia ma anche il Nuovo Testamento e molti ricordano che "Gesù cacciò i mercanti dal Tempio e non dall'Haram al-Sharif". Bokova, nei giorni scorsi, ha detto che il patrimonio di Gerusalemme "è indivisibile e ognuna delle sue comunità ha diritto all'esplicito riconoscimento della sua storia e del suo legame con la città".
    "Negare, nascondere o voler cancellare una o l'altra delle tradizioni ebraica, cristiana o musulmana significa mettere in pericolo l'integrità del sito, contro i motivi che giustificarono la sua iscrizione nella lista del patrimonio mondiale".
   

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