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Spagna: Galizia e Paese Basco, vittoria Pp e nazionalisti

Spagna: Galizia e Paese Basco, vittoria Pp e nazionalisti

Dati quasi definitivi, maggioranza assoluta popolari in Galizia

MADRID, 26 settembre 2016, 15:44

Redazione ANSA

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Mariano Rajoy © ANSA/EPA

Mariano Rajoy © ANSA/EPA
Mariano Rajoy © ANSA/EPA

 (di Francesco Cerri)

Potrebbero aprire uno spiraglio nell'infinita crisi politica spagnola le elezioni galiziane e basche che vedono rafforzarsi il premier uscente Mariano Rajoy contro il suo grande avversario, il socialista Pedro Sanchez, ora a rischio di una rivolta interna nel Psoe.

Il presidente galiziano uscente il Pp Alberto Nunez Feijoo vince con una maggioranza assoluta di 41 seggi su 75 nel parlamento regionale di Santiago di Compostela. Un risultato controcorrente rispetto a quanto è successo da dicembre scorso nella politica spagnola, dove con l'irruzione di Podemos e Ciudadanos è finita l'era del bipartitismo Pp-Psoe e delle maggioranze assolute. Dietro arrivano i socialisti alla pari con Podemos a quota 14 seggi, secondo i dati ancora provvisori.

Nel Paese Basco la vittoria con 29 seggi su 75 è andata al lehendakari (premier) uscente Inigo Urkullu del partito nazionalista Pnv, davanti agli indipendentisti di Bildu (17), a Podemos (11), ai socialisti (9) e al Pp (9), da sempre debole in terra basca. Il Psoe esce praticamente dimezzato dal voto, con 9 invece di 16 deputati regionali, e subisce l'umiliante sorpasso di Podemos, suo grande concorrente su scala nazionale. Paga lo scontento del paese per la crisi infinita - da 10 mesi la Spagna è senza governo soprattutto per il rifiuto granitico di Sanchez di dare via libera dall' opposizione in nome della governabilità del paese, a un esecutivo minoritario di Rajoy.

I risultati galiziani e baschi sono una nuova pessima notizia per il segretario Psoe Pedro Sanchez, che già ha firmato le due peggiori sconfitte storiche del partito alle politiche spagnole di dicembre e giugno. 'El Guapo' è ora contestato dai baroni del partito con i quali rischia uno scontro frontale al consiglio federale del primo ottobre. La stampa spagnola non esclude un possibile 'golpe' interno per portare al potere la presidente dell'Andalusia Susana Diaz, che guida la più potente federazione socialista. Sanchez ha già contrattaccato, in previsione del tonfo alle regionali, annunciando di voler avviare trattative con Podemos per cercare di formare un governo 'di cambiamento', che i baroni non vogliono, e minacciando di convocare un congresso straordinario per ottenere dai militanti una conferma della sua leadership ora azzoppata.

Il risultato delle galiziane e basche quindi può riaprire i giochi a Madrid. Rajoy ha già l'appoggio di 170 deputati su 350 al Congresso. Passata ora la campagna elettorale, potrebbe riuscire a ottenere i 5 voti nazionali del Pnv, raggiungendo quota 175. Anche una rivoluzione di palazzo nel Psoe o comunque una messa in minoranza della linea di Sanchez potrebbe contribuire a una investitura di Rajoy prima della scadenza fatidica del 31 ottobre: quando cioè, se la Spagna sarà sempre senza governo, scatterà la convocazione di nuove politiche, le terze in un anno, nel giorno di Natale.

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