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Mata Hari, a 140 anni dalla nascita è ancora mito

Mata Hari, a 140 anni dalla nascita è ancora mito

La spia non smette di sedurre, a novembre nel libro di Coelho

06 agosto 2016, 15:30

di Marzia Apice

ANSACheck

Mata Hari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mata Hari - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mata Hari - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'ha definita "una delle prime femministe", omaggiandone lo spirito combattivo e anticonformista, e la capacità di dare scandalo: non deve sorprendere che uno scrittore del calibro di Paulo Coelho abbia deciso di dedicare proprio al mito di Mata Hari il suo nuovo, attesissimo libro 'La Spia", in uscita il 10 novembre e pubblicato in Italia da La Nave di Teseo. Se, a sentirlo pronunciare, è probabile che il nome Margaretha Geertruida Zelle lasci per lo più indifferenti, basta infatti dire Mata Hari per aprire le porte alla seduzione e al mistero, ricordando la celeberrima danzatrice-spia che negli anni della Belle Epoque provocò scompiglio in tutta Europa.

A 140 anni dalla nascita, avvenuta in Olanda, nel villaggio di Leeuwarden il 7 agosto 1876, Margaretha in arte Mata Hari ancora non ha esaurito la sua carica di fascino, divenendo la spia per antonomasia oltre che emblema di malia e intrigo. La pelle ambrata, gli occhi profondi e il corpo snello e sinuoso la resero capace di far innamorare tutti gli uomini che incontrava, ma fu di certo la forza di un animo spregiudicato e indomito a delineare il suo carattere, dando vita a un personaggio dai contorni sempre nebulosi. Dapprima furono le danze esotiche, dalla prorompente carica erotica mescolata a un'idea di spiritualità orientale, ad accendere la passione di chi la vedeva esibirsi come ballerina, prima in Francia poi in Spagna, Italia e Germania.

In seguito, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Mata Hari - già amante di personaggi influenti e ricchi, come nobili, politici e militari - divenne una spia, corteggiata al tempo stesso dai Francesi e dai Tedeschi. A decretare la fine della sua fortuna fu l'accusa infamante di fare il doppio gioco, mai realmente provata, e un dispaccio inviato via radio dalla Spagna (intercettato dall'esercito francese), in cui Mata Hari veniva indicata come spia tedesca, dal nome in codice H-21. Sebbene gli studiosi ancora discutano su quale sia stato davvero il ruolo nello spionaggio avuto dalla donna, nonché sui dettagli della sua vita, la storia ha di fatto consegnato al mito la figura di Mata Hari.

E il suo personaggio è diventato leggendario travalicando epoche e Paesi, perché sempre alimentato da una miriade di voci, curiosità, fantasie. Del resto, quando si parla di Mata Hari è vero tutto e il contrario di tutto. Per questo l'attenzione su di lei non è mai venuta meno, e la sua figura è stata al centro di film (come 'Mata Hari' di George Fitzmaurice e 'Mata Hari, agent H21' di Jean-Louis Richard, con rispettivamente Greta Garbo e Jeanne Moreau nel ruolo della protagonista), speciali tv, libri e perfino videogiochi. Ma gli eventi che la riguardano non sono mai stati del tutto chiariti, rimanendo ambigui e misteriosi.

Poche certezze dei fatti ci sono per esempio anche nel momento più estremo, in quell'alba del 15 ottobre 1917 a Vincennes, quando il plotone d'esecuzione decretò la fine della sua vita dopo il processo che la condannò alla pena capitale riconoscendola una spia tedesca. Si dice che Mata Hari non arretrò e non si fece bendare, anzi sostenne lo sguardo dei 12 soldati francesi che aveva di fronte, dando l'ennesima prova di quel sangue freddo che sempre la accompagnò. Tra gli aneddoti raccontati, c'è anche quello che la vede denudarsi davanti ai soldati in un'ultima volontà di seduzione, e il racconto del gesto di galanteria dei suoi stessi aguzzini, che degli 11 colpi di fucile a disposizione (perché solitamente un fucile era caricato a salve) ne mandarono 8 a vuoto, colpendola solo con 3.

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