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Nato più forte a Est. Obama,1000 soldati Usa in Polonia

Hollande, ma Russia non è minaccia. Nessuna Brexit su difesa

La Nato mostra i muscoli e mette in campo 4 battaglioni "robusti e multinazionali" sul 'fronte orientale' in grado di dimostrare la forza dell'Alleanza. Perché sia chiaro che "un attacco ad uno di questi paesi sarà considerato un attacco contro tutta la Nato". Un messaggio diretto a Mosca - che dal Cremlino parla di "assurda retorica" - con la quale l'alleanza non intende però chiudere il dialogo: ha un ruolo troppo importante per la sicurezza europea.

Il summit Nato di Varsavia segna un "punto di svolta", assicura il segretario generale Jens Stoltenberg. Di certo non è un summit come gli altri. E non solo per l'importanza della decisione presa nei confronti di Mosca, ma anche perché è il primo vertice del dopo Brexit e l'ultimo del presidente Usa Barack Obama. Il tema della fuga della Gran Bretagna dall'Ue è il primo ad essere affrontato, quando mancano alcune ore all'apertura del vertice e Obama incontra i vertici europei per siglare l'accordo di cooperazione Usa-Ue.

I timori riguardano il futuro dell'Unione, sul quale la decisione britannica getta una certa "incertezza", dice Obama, ma anche il ruolo dell'Inghilterra nella Nato. E non è un caso che il premier britannico David Cameron decida di presentarsi con un segnale concreto per dimostrare che la Brexit non intaccherà il rapporto con la Nato: 650 militari da schierare sul fronte orientale e una forza di intervento rapido da 3000 uomini pronto "su chiamata". Un messaggio chiaro e una risposta - forse - all'invito dei giorni scorsi degli Usa a rafforzarsi all'interno della Nato per mantenere la sua influenza internazionale una volta abbandonata l'Ue. L'alleanza del resto non corre grossi rischi di perdere peso dopo l'addio di Londra. Semmai può accadere il contrario. Lo ha spiegato bene lo stesso Stoltenberg all'indomani del referendum: ora l'alleanza "è più importante che mai come piattaforma per la cooperazione tra gli alleati europei".

Il convitato di pietra resta Mosca che mentre i 28 più uno (il Montenegro, appena entrato, ha il ruolo di osservatore in attesa della ratifica di tutti i membri) siglano l'accordo per il dispiegamento dal prossimo anno di quasi 4 mila uomini il Cremlino tuona contro "l'assurda retorica" della Nato nei confronti della minaccia russa. L'alleanza ha dato il via libra al dispiegamento, che sarà a guida canadese in Lettonia, tedesca in Lituania, britannica in Estonia e statunitense in Polonia con mille uomini, mentre dagli altri paesi arriveranno "altre forme di cooperazione" (l'Italia sta valutando il suo contributo). Ma la realtà è che l'Alleanza non vuole chiudere la porta in faccia a Mosca. Se è vero che può rappresentare una minaccia sul fronte orientale, resta infatti un partner troppo importante per la sicurezza su quello meridionale.

"Per la Francia - ha avvertito Hollande - la Russia non è un avversario né una minaccia. E' vero - e lo abbiamo visto in Ucraina - che a volte" Mosca "ha usato la forza, e noi l'abbiamo condannata". Ma è anche vero che rappresenta anche un partner "che può avere l'effetto di proteggere l'Europa da altre minacce". Un concetto che sta a cuore anche all'Italia e che ripete anche lo stesso Stoltenberg invitando i membri dell'Alleanza a non isolare Mosca. Anche il Cremlino da' segnali di apertura e assicura che l'Alleanza Atlantica e la Russia hanno "un grande spazio per la cooperazione", a patto che la Nato riesca ad abbandonare "l'assurda retorica" sulla minaccia russa. Ma il messaggio che serpeggia è che la Nato resti compatta e affronti unita le "nuove sfide che l'attendono", come ha detto Stoltenberg e ha ribadito anche il premier Matteo Renzi, sottolineando l'importanza "dell'unità e della coesione della Nato per affrontare le nuove sfide sul terreno della sicurezza, della lotta al terrorismo, al cybercrime".

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