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Il Belgio, la 'tana' degli jihadisti terrore d'Europa

Parigi, Bruxelles, minacce Euro2016. Trama stragista del Califfo

Nonostante i colpi inferti all'Isis gli 'squadroni della morte' di Abu Bakr al Baghdadi sembrano ancora in grado di poter colpire al cuore l'Europa. A Bruxelles, le autorità hanno sventato in extremis un piano omicida che - a quanto si apprende - puntava a fare strage tra gli innocenti spettatori di uno dei match degli Europei di calcio, Belgio-Irlanda. Nel mirino una 'fan zone' cittadina dove i megaschermi hanno trasmesso la partita. Un obiettivo, quello dei raduni dei tifosi di Euro 2016, che tiene in allerta le intelligence di tutto il mondo, le stesse che hanno bollato gli Europei come un "obiettivo appetibile" per l'Isis. Tanto che la Francia ha vietato la trasmissione dei match nelle piazze.

E torna sotto i riflettori il Belgio, la 'tana' dei jihadisti dove sono state architettate le stragi di Parigi e Bruxelles. Ma anche quella dove si è rifornito di armi il gruppo di fuoco che nel gennaio del 2015 ha massacrato i giornalisti di Charlie Hebdo a Parigi e ha poi colpito l'ipermercato kosher.

Le fonti investigative hanno ribattezzato il network la 'cellula di Verviers', a Liegi, teatro il 15 gennaio 2015 del blitz in cui vennero uccisi due jihadisti: un terzo riuscì a fuggire. Si trattava di Abdelhamid Abaaoud, considerato la 'mente' degli attentati al Bataclan e allo Stade de France, ucciso in un raid a Saint Denis qualche giorno dopo le stragi francesi. Lui stesso qualche mese dopo raccontò in una intervista a Dabiq, il 'magazine' patinato dell'Isis, di essere scampato al raid delle forze speciali franco-belghe a Verviers. Diceva anche di essere tornato in Siria. Ma era una falsa pista messa in piedi da Baghdadi. Abaaoud nel 2015 si aggirava ancora in Europa, le sue tracce sono state rinvenute a più riprese in Grecia. E da Atene tirava i fili del complotto stragista.

Il network lo mise in piedi perlomeno a partire dal 2014, mesi prima che l'Isis, a giugno dello stesso anno, conquistasse Mosul, in Iraq, e Baghdadi proclamasse il 'Califfato'. Alcune settimane fa i media belgi hanno rivelato che potrebbe far parte della stessa cellula anche Mehdi Nemmouche, l'autore della strage al Museo ebraico di Bruxelles del maggio 2014, poi catturato. Quattro i morti, falciati con armi da guerra.

Nemmouche, anche lui con un passato criminale prima della conversione all'islam radicale, la sera degli attentati del 22 marzo scorso all'aeroporto e alla metro di Bruxelles, ha 'gridato' i nomi del commando terrorista a Salah Abdeslam, unico superstite degli attacchi a Parigi del 13 novembre. In quei giorni si trovavano entrambi nel carcere di Bruges, in due celle a poca distanza.

Un documento segreto intercettato dagli 007 iracheni ha rivelato che il 'Califfo' ha inviato in Europa almeno 19 attentatori sin dal 2014, tutti addestrati militarmente e cresciuti sui campi di battaglia siriani e iracheni. Si tratta probabilmente non solo di soldati ma anche di persone col compito di reclutare altri aspiranti jihadisti tra le migliaia di simpatizzanti di Baghdadi soprattutto in Francia, Belgio, Germania e Gran Bretagna. A questi si aggiungono centinaia di foreign fighters rimpatriati. Gli 'squadroni della morte' di Baghdadi che vogliono la 'battaglia finale' e la accostano all'Apocalisse hanno perso molte teste, ma l'incubo non è finito.
   

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