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Celebrità in campo contro Brexit, 'dannosa per la cultura'

Da Jude Law a Le Carrè per Ue. E Cameron attraversa Abbey Road

Dopo i leader mondiali e le organizzazioni internazionali è il tempo delle star che scendono in campo contro la Brexit. Circa 280 celebrità, tra cui gli attori Jude Law, Keira Knightley, Benedict Cumberbatch e lo scrittore John Le Carré, hanno firmato una lettera pubblicata sul Daily Telegraph in cui affermano che l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue sarebbe un ''danno'' per l'industria culturale nazionale e potrebbe fortemente colpire il primato di cinema, musica e arte 'made in UK'. Nell'appello si legge che i fondi europei sono ''vitali'' per il settore e la collaborazione fra i Paesi del continente ha permesso di realizzare grandi progetti internazionali. ''Dal Bardo a Bowie - prosegue l'appello - la creatività britannica ispira il mondo''. E ancora solo restando nell'Ue il Regno Unito può essere ''protagonista sul palcoscenico mondiale''.

A scorrere la lunga lista di sostenitori si trovano i nomi più disparati, dall'artista Tracey Emin, al regista Danny Boyle fino all'architetto Richard Rogers. E anche il premier David Cameron ha dato il suo contributo all'iniziativa cercando di imitare i Beatles. Insieme alla ex ministro della Cultura laburista Tessa Jowell si è fatto riprendere dalle telecamere, col video dell''impresa' subito finito sui media del Regno, mentre attraversa le strisce pedonali di Abbey Road dove i 'Fab Four' sono stati immortalati per la copertina dell'album che porta il nome della via dei celebri studios. Il primo ministro era in visita in uno dei 'templi' della musica rock e pop per incontrare alcuni attori e musicisti uniti nel sostenere la campagna Remain.

La 'parata' di star però non è proprio piaciuta agli euroscettici che hanno tentato di controbattere ai loro argomenti. Anche il fronte pro Brexit può schierare un certo numero di vip. Come Lord Dobbs, l'autore del romanzo 'House of Cards' da cui sono tratte le omonime serie televisive, che ha criticato l'appello degli artisti sul Telegraph affermando che l'industria creativa del Regno Unito non dipende dall'Europa e che il suo straordinario successo è invece possibile grazie ''al talento nel Dna britannico''. Prima di lui si erano pronunciati per il 'divorzio' da Bruxelles Michael Caine e Joan Collins.

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