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Parigi: Arrestato il sospetto venditore delle armi agli attentatori

Emergono nuovi retroscena: Abrini e attentatore Thalys erano vicini di casa a Molenbeek. Madre Abrini, mio figlio si deve arrendere

Un uomo è stato arrestato a Stoccarda perché sospettato di aver venduto quattro fucili d'assalto agli attentatori di Parigi. Lo scrive il quotidiano tedesco Bild. Secondo la Bild l'uomo arrestato a Stoccarda "ha origini arabe". Lo scorso 7 novembre, sei giorni prima delle stragi di Parigi, avrebbe venduto online due AK 47 fabbricati in Cina e due Zasatva M70 prodotti nell'ex Jugoslavia. Da quattro email trovate sullo smartphone dell'uomo si evince inoltre che era in contatto con un "un arabo a Parigi", scrive ancora la Bild.

Intanto emergono nuovi dettagli su Mohamed Abrini, ricercato numero uno assieme a Salah Abdeslam: aveva un'attività proprio accanto alla casa del terrorista del Thalys, Ayoub El Khazzani, che il 21 agosto scorso fu fermato da due marines americani prima che sferrasse l'attentato sul treno Bruxelles-Parigi sul quale era salito carico di armi. Abrini era uno dei soci di un salone da parrucchiere a rue Ransfort n.3, a Molenbeek, e un numero più avanti c'era l'appartamento dove viveva El Khazzani fino ad agosto. Secondo quanto riporta la stampa belga, sembra che entrambi frequentassero la stessa moschea che si trova in quella strada.I raid lanciati da polizia ed esercito tra la notte di domenica e le prime luci di lunedì in Belgio, con 29 perquisizioni tra Bruxelles, Charleroi e Liegi, hanno permesso di sventare una serie di attentati multipli nella capitale. Lo scrivono i quotidiani L'Echo e De Tijd citando "fonti ben informate", ripresi da praticamente tutti i media belgi.

Madre Abrini, mio figlio si deve arrendere - "Mio figlio non è armato, non è pericoloso, come sento dire. Gli dico di tornare a casa e arrendersi. Per quanto tempo intende nascondersi?". E' l'appello lanciato da Moumina, madre di Mohamed Abrini, vicino di casa Salah Abdeslam, i due uomini più ricercati dalle polizie di tutta Europa. "Dopo tutto che quello che sta succedendo, non riesco a mangiare, né dormire", racconta al giornale belga Dh. "Venerdì sera l'ho lasciato a Rue Ransfort e da quel momento non l'ho più visto. Ma ci sono prove che lui era a Bruxelles quella notte". Aggiunge di essersi preoccupata a partire dalla mattina dopo: "Ma non ho mai pensato che avesse a che fare con gli attentati. Non è radicalizzato, è gentile, disponibile, vestito normalmente". Infine conferma l'amicizia del figlio con Salah: " Erano vicini di casa, amici fin dall'adolescenza, lo sanno tutti nel quartiere".   

Gli inquirenti in Belgio stanno cercando "dieci individui" che potrebbero compiere attacchi simili a quelli del 13 novembre a Parigi "con armi pesanti" e con "attentati suicidi". Lo indica il ministro degli esteri e vicepremier belga, Didier Reynders, in una intervista a ABC News che sarà trasmessa stasera. Per 'armi pesanti' il ministro intende "fucili Kalashnikov o forse anche più di questo". Quanto agli obiettivi ha indicato che "la minaccia più importante riguarda i grandi magazzini ed i centri commerciali".

E' ancora caccia a Salah Abdeslam, il ricercato numero per le stragi di Parigi. Ma la polizia è sulle tracce anche di Mohamed Abrini che l'11 novembre sarebbe stato ripreso in un video nella pompa di benzina a Ressons, sull'autostrada in direzione di Parigi. Intanto emergono nuovi particolari sull'operato di Abdelhamid Abaaoud, la 'mente' della strage, morto nel blitz della polizia francese a Saint Denis il 18 novembre.

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