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Migranti: l'ennesima strage, bambini morti in naufragi

Almeno 12 i bambini morti in due distinti naufragi registratisi venerdì nel Mar Egeo al largo delle coste greche, il cui bilancio complessivo è risultato di almeno 22 vittime

Venerdì ancora una strage di bambini nel Mediterraneo, teatro ormai quotidiano di naufragi e tragedie di barconi colmi di migranti alla disperata ricerca di una vita più dignitosa nel 'paradiso Europa'. Sono stati almeno 12 i bambini morti in due distinti naufragi registratisi  nel Mar Egeo al largo delle coste greche, il cui bilancio complessivo è risultato di almeno 22 vittime. Le tragedie in mare sono avvenute al largo dell'isola greca di Kalymnos, dove sono morte 19 persone, e davanti all'altra isola di Rodi, con un bilancio di tre morti e tre dispersi. Altri quattro bambini sono annegati e altri due risultano dispersi in due naufragi di imbarcazioni cariche di migranti al largo della costa egea della Turchia. Nel primo caso, al largo del distretto di Ayvacik nella provincial di Cannakale, la guardia costiera turca ha salvato 19 siriani diretti a Lesbo, ma quattro bambini di età tra uno e quattro anni sono stati inghiottiti dalle acque. Il secondo barcone è affondato al largo di Didima, 450 km più a sud. I soccorritori sono riusciti a salvare 29 migranti diretti a Samos, ma due bambini - uno dei quali di soli quattro mesi - risultano dispersi. Un naufragio si è registrato nella notte anche davanti alla costa spagnola di Malaga dove un barcone partito dal Marocco è affondato con un bilancio di quattro morti e 35 dispersi. Di fronte alle ultime tragedie nell'Egeo il premier greco Alexis Tsipras ha espresso "dolore infinito" parlando di "vergogna per l'Europa".

L'Egeo, ha detto, "non sta trascinando via solo i bambini morti ma la stessa civiltà europea". "Sgomento" per le nuove tragedie nel Mediterraneo e per le ripetute stragi di bambini ha espresso il presidente della repubblica Sergio Mattarella. Secondo Save the Children, nei due mesi trascorsi dalla tragica morte del piccolo Aylan Kurdi, oltre 80 bambini sono annegati cercando di raggiungere la Grecia. Un numero che per l'organizzazione è destinato a crescere dal momento che i pericolosi viaggi della speranza a bordo di carrette del mare con ogni probabilità proseguiranno a ritmo intenso anche nei prossimi mesi invernali. Un flusso che prosegue incessante anche via terra lungo la rotta balcanica, nonostante il freddo crescente e le cattive condizioni meteo. Sono sempre migliaia i migranti e profughi - in larga parte siriani, afghani, iracheni, curdi, pachistani, tantissimi i bambini e le donne - che affollano le zone di confine fra Serbia e Croazia, Croazia e Slovenia e Slovenia e Austria, in attesa di poter entrare finalmente in territorio austriaco e da lì passare in Germania e negli altri Paesi del nord Europa che sono per tutti la destinazione finale della loro lunga drammatica odissea attraverso i Balcani.

Scene da inferno dantesco, che sfociano talvolta in assalti e sfondamenti delle barriere di polizia, e anche in colossali risse fra gli stessi migranti esasperati dalle attese. E dopo l'autoisolamento dell'Ungheria di Viktor Orban, che ha sigillato le sue frontiere meridionali con Serbia e Croazia, determinando il cambio di rotta verso la Slovenia, la Serbia ha annunciato oggi la chiusura del centro di accoglienza di Kanjiza, a ridosso della frontier magiara. Nessuno più si dirige verso l'Ungheria - hanno detto le autorità - ed è più utile destinare tende, brande e altro material di assistenza ad altri campi di raccolta lungo il nuovo itinerario battuto dai migranti.

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