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Saif al Islam Gheddafi,

Il delfino del colonnello

 Secondogenito del leader libico Muammar Gheddafi, Saif al Islam attualmente detenuto nel carcere di Zintan, e condannato oggi a morte da un tribunale di Tripoli, era considerato dalla morte del padre il leader della 'resistenza' nazionale. Il suo nome significa "la Spada dell'Islam". Sfrontato, colto, abile oratore, preferito dai libici ai suoi sette fratelli, allo scoppio della guerra civile libica del 2011, Saif si è schierato con il padre, diventando insieme a Musa Ibrahim, portavoce ufficiale del governo, l'interlocutore privilegiato tra l'ex governo e la stampa internazionale. Nato a Tripoli il 25 giugno del 1972, Saif si è laureato in architettura e si è perfezionato all'estero presso la London School of Economics and Political Science, dove ha conseguito un dottorato nel 2008. Parla correntemente inglese e tedesco. È stato fondatore e presidente della Gaddafi International Foundation for Charity Associations, e ha diretto la rete televisiva al Libiya, controllando il settore delle telecomunicazioni. Nel 2009 la sua tv viene oscurata dal padre che considera il figlio troppo favorevole alla promulgazione di riforme e alla democrazia. Il suo impegno politico al fianco del padre ha indotto all'emanazione di un mandato d'arresto da parte di Luis Moreno Ocampo il 16 maggio 2011, procuratore della Corte Penale Internazionale, con l'accusa di "crimini contro l'umanità". Arrestato il 19 novembre 2011 mentre cercava di fuggire in Niger è stato trasferito nel carcere di Zintan.
    Nonostante le forti pressioni del governo di Tripoli di trasferirlo in una prigione della capitale, Zintan non ha mai acconsentito.
   

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