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Isis conferma, le tre sorelle inglesi sono in Siria

Isis conferma, le tre sorelle inglesi sono in Siria

Lo riporta la Bbc. Hanno superato il confine con i loro 9 figli

ROMA, 19 giugno 2015, 22:44

Redazione ANSA

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Alcuni pick up dell 'Isis - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcuni pick up dell 'Isis - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcuni pick up dell 'Isis - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il perché è agghiacciante. Zohra Dawood "non amava la Gran Bretagna", trovava che l'Inghilterra stesse diventando "come l'America" e "non voleva che i suoi figli crescessero in questa società". Per questo li ha portati in un'area di guerra, controllata dai jihadisti spietati dello Stato Islamico. Zohra, 33 anni, è una delle tre sorelle di Bradford, che con i loro nove figli, di un'età compresa tra i tre e i 15 anni, hanno deciso di trasferirsi in Siria, come ha confermato oggi alla Bbc un responsabile per le operazioni dell'Isis al confine con la Turchia. Cioè uno smuggler, un trafficante di essere umani, precisando che il passaggio si è verificato in due tappe, mercoledì e giovedì, suddividendo la famiglia in due gruppi. A spiegare il perché, sempre all'emittente britannica, è un'amica di Zohra che ha chiesto di rimanere anonima. Secondo lei, Zohra era intrattabile: "ci ignorava totalmente, non parlava con nessuno, non so cosa stesse pensando". Fatto sta che è riuscita a convincere le sue due sorelle, Sugra, 34 anni, e Khafijan, 30 anni, a seguirla nella sua folle impresa. "Perché ha portato i bambini in un'area di guerra - si chiede l'amica - erano bambini perfettamente felici, e siamo tutti preoccupati". La vicenda delle tre sorelle Dawood continua a suscitare una grande emozione in Gran Bretagna ed emergono critiche - a volte neppure troppo velate - contro la comunità musulmana, accusata di non fare abbastanza contro i più estremisti, di chiudere gli occhi e soprattutto di non lanciare allarmi contro questi viaggi nel terrore. Oggi da Bratislava è intervenuto il premier David Cameron, chiedendo alle comunità musulmane di fare di più e prendersi maggiori responsabilità nel contrasto alla radicalizzazione. Il premier ha puntato il dito contro chi ''con il suo silenzio giustifica'' l'ideologia integralista che spinge molti giovani ad arruolarsi nelle file dello Stato islamico. "I giovani abbandonano le loro prospettive impeccabili e fuggono migliaia di chilometri per rischiare le loro vite nei combattimenti", ha detto Cameron, ricordando il recente caso del 17enne suicida britannico in Iraq. Secondo il premier alla lotta contro l'estremismo islamita deve contribuire anche il governo, rafforzando presso gli islamisti la loro identità nazionale. Cameron ha infine parlato della necessità di risolvere le cause delle ondate dei profughi dall'Africa e dal Medio Oriente. I Paesi europei, anziché aspettare l'arrivo dei profughi fino alle loro frontiere, dovrebbero aiutare direttamente nelle regioni da dove la gente fugge, ha detto, prima di annunciare che la Gran Bretagna prenderà qualche centinaia di profughi siriani in più.
   

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