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Iran: matrimonio e diritti donna, sorprese in codice civile

Iran: matrimonio e diritti donna, sorprese in codice civile

Prima traduzione in italiano confuta alcuni luoghi comuni

06 giugno 2015, 17:08

di Luciana Borsatti

ANSACheck

Iran: matrimonio e diritti della donna, sorprese nel codice - RIPRODUZIONE RISERVATA

Iran: matrimonio e diritti della donna, sorprese nel codice - RIPRODUZIONE RISERVATA
Iran: matrimonio e diritti della donna, sorprese nel codice - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Se e' vero che le leggi iraniane discriminano le donne su questioni fondamentali come la quota di eredita' e il valore della testimonianza - in entrambi i casi la meta' rispetto agli uomini - e' anche vero che il diritto islamico sciita lo fa meno di quello sunnita. E che le norme della Repubblica islamica lasciano spazi di iniziativa perche' siano applicate a maggior favore della donna, mentre il matrimonio puo' metterla in una posizione di privilegio rispetto al marito. A sottolinearlo e' Raffaele Mauriello, storico ed esperto di sciismo contemporaneo, che ha realizzato la prima traduzione in italiano del Diritto civile iraniano, edito da Eurilink. Un lavoro voluto dall'Istituto Culturale Iraniano in Italia e risponde anche alle necessita' pratiche di quanti lavorino o vivano tra i due Paesi senza conoscere il farsi: categoria che, con un prossimo accordo sul nucleare, e' destinata a crescere. "Certo, la parte del Codice sullo statuto della persona e' quella piu' problematica rispetto al diritto italiano - osserva Mauriello parlando con l'ANSA, nel suo ufficio di Postdoctoral Research Fellow della facolta' di Studi internazionali della Universita' di Teheran - ma la maggior parte dei suoi 1335 articoli riguarda i beni e il commercio: un campo nel quale non ci sono particolari problemi, quanto piuttosto alcune specificita' che bisogna conoscere". Per esempio le norme che derivano dai principi della finanza islamica (in materia di mutui e interessi), i limiti alla proprieta' degli stranieri, e appunto, il diritto ereditario.

"Ad oggi - spiega il giovane accademico, vincitore nel 2013 in Iran del Premio internazionale per il Libro dell'anno negli studi islamici - una donna eredita la meta' dell'uomo, ma questo avviene solo a parita' di grado di parentela", e non la penalizza, come nel mondo sunnita, a favore di altri parenti maschi. Inoltre, e' possibile fare testamento privato per un terzo dell'eredita'. Un altro nodo molto critico e' rappresentato dall'eta' in cui una donna viene considerata pubere (9 anni, per i maschi 15), quando diventa obbligatorio il velo e lei si puo' sposare . "Ma si tratta di episodi molto limitati", osserva Mauriello. Mentre la sempre piu' alta scolarizzazione delle donne (il 60% degli studenti universitari) ritarda il momento del matrimonio. E se e' vero che la donna non puo' sposarsi senza il consenso del padre o del nonno, o di un tutore scelto dal giudice, se manca tale consenso puo' rivolgersi lei stessa al tribunale. Altra questione critica il divorzio, che Mauriello ha scelto di tradurre come tale anche se alla lettera sarebbe 'ripudio'. "Premesso che il matrimonio e' un contratto - dice - vi sono casi in cui il divorzio lo puo' richiedere anche la donna: se il marito e' tossicodipendente o impotente o condannato a lunga detenzione. Inoltre, rifiutando i rapporti sessuali, la donna puo' anche spingere il marito a chiederlo. E in caso di divorzio l'uomo e' tenuto a versarle il 'mahriye', la somma molto alta e in monete d'oro cui si e' impegnato con il matrimonio, e che lei ha il diritto di esigere quando vuole. Ed e' proprio l'onerosita' del 'mahriye' (sorte di dote all'incontrario), insieme ad obblighi come quelli di provvedere per la casa e di farsi carico di tutte le spese della moglie anche quando questa lavora, a mettere in difficolta' molti giovani delle classi medie, favorendo in questi anni le pur illegali convivenze, i cosiddetti matrimoni 'bianchi'. Altre norme assicurano poi alla donna condizioni di vita analoghe a quelle di cui godeva da nubile, e la cittadinanza immediata alla straniera che sposi un iraniano (ma non viceversa). Sempre in tema di matrimonio, l'Iran prevede quello temporaneo ('sigheh'), analogo a quello normale ma senza divorzio ne' obbligo di mantenimento, anche se l'uomo deve pagare il 'mahriye'. L'obbligo di registrazione dovrebbe scoraggiarne l'uso per coprire la prostituzione, ma non vi sono 'sanzioni'. Infine la poligamia, prevista ma solo con il consenso della prima moglie e rarissima nei fatti. Vietati invece i rapporti sessuali fuori del matrimonio, assimilati all'adulterio nel Codice penale, che li punisce con le frustate: la lapidazione infatti, conclude Mauriello, non viene applicata in Iran e l'apostasia non e' un reato.

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