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Parigi: arrestato studente islamista, progettava imminenti attentati contro chiese

Fermato perchè sospettato dell'omicidio di una istruttrice di fitness, gli sono state trovate armi da guerra

Un fondamentalista islamico è stato arrestato a Parigi con un arsenale di armi da guerra: pianificava attentati contro una o due chiese ritenuti imminenti dagli investigatori.  Si tratta di uno studente di informatica algerino, di 23 anni, già noto ai servizi per attività vicine all'islam radicale. I ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve ha reso noto che l'arresto è avvenuto domenica scorsa. 

Il giovane è sospettato di aver ucciso domenica una istruttrice di fitness trovata morta nella sua auto a Villejuif, banlieue di Parigi. Le armi in suo possesso e il progetto di attentati sarebbero stati scoperti dopo il fermo, avvenuto per caso.

Si allarga cerchia presunti complici Coulibaly 

Ancora rivelazioni sui presunti complici di Amedy Coulibaly e dei fratelli Kouachi, gli autori delle stragi jihadiste di inizio gennaio a Parigi. Circa quattro mesi dopo gli attentati del 7 e del 9 gennaio, rivela oggi Le Monde, gli inquirenti hanno scoperto un nuovo gruppo di presunti complici del terrorista francese di origini maliane che ha detto di aver agito in nome dell'Isis. Molto rapidamente, dopo gli attacchi, le autorità transalpine avevano identificato un gruppetto di delinquenti di banlieue, sospettati di aver aiutato il killer dell'Hyper Cacher a procurarsi gilet anti-proiettile, coltelli, guanti e una pistola elettrica (Taser). "Ma una seconda cerchia di 'fornitori' - scrive oggi Le Monde - potrebbe aver svolto un ruolo ancora più importante nel sostegno logistico" al killer di Montrouge e della Porte de Vincennes. Sono ormai sette gli indagati in detenzione provvisoria per fatti legati ad azioni terroristiche nel quadro degli attentati di inizio gennaio. I primi ad essere stati fermati, a metà gennaio si chiamano Willy P. (28 anni), Christophe R. (25 anni), Tonino G. (22 anni) e Nezar A. (30 anni). Due altri sono stati presi a metà marzo: Amar R. (33 anni) e Saïd M. (25 anni). Poi, un ultimo, a fine marzo: Ali Riza P. (30 anni). Un groviglio di presunte responsabilità difficile da districare. Tuttavia, a forza di interrogatori e analisi tecniche, scrive Le Monde, gli inquirenti sospettano questi ultimi di aver aiutato Coulibaly ad ottenere le armi di cui aveva bisogno e che quest'ultimo avrebbe potuto fornire a sua volta ai fratelli Kouachi.

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