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Netanyahu, 'Iran avrà la bomba atomica'. Il gelo di Obama

Il premier israeliano al Congresso americano hadetto che con Teheran si sta per chiudere un cattivo accordo

Il premier torna in Israele e risponde a Obama per spiegare l'alternativa al 'Cattivo accordo' con Teheran. 'L'alternativa da un lato prevede l'allungamento ad alcuni anni del lasso di tempo necessario all'Iran per avanzare verso le armi atomiche se decidesse di infrangere gli accordi''. ''Dall'altro lato - ha aggiunto - ho anche proposto che le sanzioni non siano rimosse in maniera automatica finche' l'Iran non cessi di diffondere terrorismo nel mondo, di comportarsi in maniera aggressiva con i suoi vicini e di minacciare di cancellare Israele''. ''Torno in patria - ha proseguito - con la consapevolezza che molti nel mondo hanno sentito quel che Israele ha da dire su questo cattivo accordo che prende forma con l'Iran''. Per Netanyahu le reazioni avute da parte democratica e repubblicana sono state ''incoraggianti. Ho la sensazione - ha concluso - che abbiano compreso meglio perche' questo accordo e' cosi' cattivo''

Nuovo round negoziati con Usa il 15 marzo  Il prossimo round di negoziati sul nucleare tra rappresentanti iraniani e statunitensi si terrà il 15 marzo, in una località ancora da definirsi, presente anche la vice dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Helga Smichd. Lo riferisce l'agenzia Fars, sulla base di indiscrezioni raccolte da una fonte iraniana.

I termini del possibile accordo sul nucleare iraniano
 Le potenze del '5+1' (Usa, Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Germania) cercano di raggiungere con l'Iran entro le fine di marzo un accordo quadro sul nucleare che dovrebbe essere finalizzato a giugno. Nel suo contesto, la capacità dell'Iran di produrre combustibile nucleare sarebbe limitata almeno per i prossimi dieci anni. Di pari passo con la sua realizzazione, una serie di sanzioni sarebbero rimosse. Ma l'Iran resterebbe ancora sottoposto ad ispezioni, e non potrebbe produrre combustibile utilizzabile per la realizzazione di bombe atomiche. Secondo anticipazioni raccolte dalla Associated Press, gli Stati Uniti accettano ora che l'Iran possa utilizzare 6.500 centrifughe. L'Iran dovrà però trasferire all'estero la maggior parte dell'uranio arricchito oppure elaborarlo in una forma tale che non possa essere riconvertito per la produzione di ordigni. L'obiettivo degli Stati Uniti, spiega l'Ap, è di estendere ad almeno un anno il periodo che l'Iran necessiterebbe per 'compiere il balzo' in segreto verso lo sviluppo di ordigni atomici. Il monitoraggio di queste intese sarebbe affidato all'Agenzia dell'Onu per l'energia nucleare. Le trattative toccano anche la sorte del reattore di acqua pesante di Arak e dello stabilimento di arricchimento di Fordo. Il primo - che sta per essere completato - dovrebbe essere ristrutturato per limitare la sua produzione di plutonio. Il secondo sarebbe trasformato in un centro di ricerca scientifica. L'Iran - che insiste nell'affermare che i suoi progetti nucleari hanno intenti esclusivamente pacifici - chiede in cambio della firma la rimozione di sanzioni che aggravano seriamente la sua economia: in particolare quelle legate alla vendita di petrolio. I critici dell'accordo obiettano che in passato controlli del genere si sono rivelati imperfetti e, ad esempio, non hanno saputo fermare la corsa della Corea del Nord all'atomica.

Larijani, se ci attacca Israele va su sedia a rotelle Se l'Iran venisse attaccato militarmente, Israele finirebbe "su una sedia a rotelle". E' la reazione del presidente del Parlamento iraniano Ali Larijani al discorso di ieri del premier Benjamin Netanyahu al congresso statunitense. Le sue affermazioni, ha detto Larijani in una seduta del Majlis di cui riferiscono vari media tra cui l'Irna, provano che i rappresentanti del regime sionista sono "disperati" e temono l'influenza della Repubblica islamica nella regione.

Netanyahu, il discorso al Congresso Usa e la standing ovation

Benyamin Netanyahu ringrazia subito Barack Obama: "Apprezzo quello che fa per Israele, e gli sarò sempre grato per l'appoggio che ci ha dato". Ma è l'unica concessione all'alleato di Washington, mai troppo sopportato. Per il resto l'attesissimo intervento del premier israeliano davanti al Congresso americano è tutto all'attacco, mirato a stroncare l'accordo con l'Iran. Una vera e propria sfida alla Casa Bianca, che il presidente americano liquida con poche parole: "Nulla di nuovo, nessuna valida alternativa". Accolto con una standing ovation che a Capitol Hill non si ricordava da tempo, Netanyahu è andato immediatamente al sodo: quello che le grandi potenze mondiali stanno tentando di chiudere con Teheran è "un cattivo accordo" che porterà il regime degli ayatollah a dotarsi della bomba atomica. E che scatenerà inevitabilmente una corsa agli armamenti nucleari nella regione mediorientale. Una "grave minaccia" non solo per Israele, "ma per il mondo intero". "Non un addio alle armi, dunque, ma un addio al controllo delle armi". Ecco perché l'America dovrebbe fare di tutto per fermare quell'intesa: "Si può ancora tornare indietro", è stato l'appello-sfida lanciato da Netanyahu, che ha sottolineato come "l'alternativa a questo cattivo accordo con l'Iran non è la guerra, ma un accordo migliore". Dagli scranni del Congresso fioccano gli applausi (anche se oltre 50 parlamentari democratici hanno dato forfait), mentre dalla Casa Bianca trapela immediatamente una grande irritazione: "E' solo retorica, nessuna idea nuova, nessuna alternativa concreta", commentano dall'entourage presidenziale, che già prima dell'intervento di Netanyahu aveva fatto sapere come il presidente americano fosse troppo occupato per fermarsi ad ascoltare il discorso in tv. Circostanza confermata più tardi dallo stesso Obama, che ha spiegato di aver letto solo la trascrizione dell'intervento di Netanyahu. Assicurando che lui "non firmerà mai un cattivo accordo". E il Congresso, ha aggiunto, "dovrebbe aspettare l'intesa prima di giudicarla". Nell'amministrazione Usa, comunque, si tira un sospiro di sollievo per quello che è stato un intervento forte, ma nel quale il premier di Israele non ha riservato colpi a sorpresa o, ancor peggio, colpi bassi. Perché alla vigilia grande era la preoccupazione della Casa Bianca, che temeva di veder rivelati dettagli dell'intesa in discussione al tavolo di Ginevra. Dettagli che avrebbero rischiato di far saltare il tavolo dei negoziati. Netanyahu si è limitato invece a sottolineare perché la bozza di intesa a cui si sta lavorando non va bene: fa "troppe concessioni" a Teheran, a partire dalla possibilità di mantenere "grandi infrastrutture nucleari". E poi il rispetto degli accordi viene affidato agli ispettori internazionali che - secondo il premier di Israele - "non hanno mai fermato le violazioni, come in Corea del Nord". Inoltre, "non si affronta il tema dei missili balistici", i potenziali vettori di armi atomiche. Ecco perché per Netanyahu "in questo modo si consentirà all'Iran di creare comunque il suo arsenale nucleare". Al di là della questione Iran, comunque, quasi tutti i commentatori americani sono d'accordo su un punto: con quelle immagini della calorosa accoglienza del Congresso Usa Netanyahu ha ottenuto ciò che veramente voleva. A due settimane dalle elezioni in Israele.

Herzog, dopo applausi, Bibi solo e Israele isolato
Il discorso di Benyamin Netanyahu a Washington non fermerà il nucleare iraniano e "dopo gli applausi, Bibi è solo ed Israele è isolato". Il leader dell'opposizione di centro-sinistra e maggiore rivale elettorale del premier con 'Campo sionista' nel voto del 17 marzo, Isaac Herzog, ha attaccato duramente il primo ministro israeliano nel suo intervento davanti al Congresso Usa. Herzog non ha avuto difficolta' nel riconoscere che il suo avversario politico "sappia come si fa un discorso", ma altrettanto senza esitazioni ha denunciato come l'intervento davanti ai rappresentanti Usa abbia di fatto "danneggiato il rapporto con gli amici americani e accresciuto la frattura con loro".

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