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Israele: Io, nipote nera del nazista Amon Goeth

Jennifer Teege,'mio nonno mi avrebbe sparato in campo sterminio'

(di Massimo Lomonaco)
(ANSA) - TEL AVIV, 7 FEB - Jennifer Teege ne è sicura: il nonno avrebbe sicuramente sparato anche a lei. Così come faceva con gli ebrei prendendoli di mira ogni mattina dalla veranda di casa che sovrastava il campo di concentramento di Plaszow in Polonia. Per il semplice fatto che anche lei come nera, per il nonno, come gli ebrei apparteneva ad una razza inferiore. Una caratteristica dunque imperdonabile agli occhi del progenitore:
il macellaio Amon Goeth, l'SS direttore del campo interpretato da Ralph Fiennes in 'Schindler's List' di Steven Spielberg. Una vicenda incredibile quella della Teege, nipote di Goeth che, dopo aver scoperto il passato nazista della sua famiglia materna, ha trovato il coraggio, dopo anni di psicoanalisi, di raccontarne la storia in un libro in arrivo alla 'Fiera internazionale' di Gerusalemme, in programma dall'8 al 12 febbraio.
Teege, nata a Monaco in Germania nel 1970, è frutto della  relazione fugace tra un nigeriano e Monika, a sua volta figlia di Amon Goeth e Irene Kalder, una impiegata della Wehrmacht che divenne durante la guerra l'amante dell'assassinio di Plaszow. A presentare Kalder a Goeth fu lo stesso Oskar Schindler bisognoso di avere buoni rapporti con il nazista in modo da ottenere lavoratori ebrei per la sua azienda e salvarli. Goeth era gia'
sposato in Austria ma questo non gli impedi' di fare di Irene Kalder la sua vera compagna: i due vivevano insieme nel lusso piu' sfarzoso nella casa che sovrastava il campo di concentramento dove morirono 8.000 ebrei. Si sarebbero anche sposati ma l'arrivo dei sovietici mise fine ai progetti. Goeth fu portato in giudizio: ritenuto responsabile della morte degli ebrei di Plaszov e di altri 2.000 uccisi nell'evacuazione del Ghetto di Cracovia (quello in cui nel film di Spielberg c'e' la bambina dal capottino rosso), fu condannato a morte e impiccato nel 1946. Le sue ultime parole furono, 'Heil Hitler'.
Irene e Monika Goeth sopravvissero. Sessantadue anni dopo, nel 2008, Jennifer Teege - che poco dopo la nascita fu data in adozione ad una altra famiglia, senza però perdere fino ai sette anni la relazione con quella biologica - scoprì casualmente in una biblioteca ad Amburgo un libro che aveva come copertina la foto della madre e di cui ignorava l'esistenza. In quel libro Monika raccontava della madre Irene e del padre Amon Goeth. Per Teege fu un fulmine a ciel sereno: ''il primo shock fu quello - ha raccontato ad Haaretz - di apprendere da un libro la storia, che mi era stata nascosta, della mia famiglia biologica. Il secondo furono le informazioni su mio nonno''. Ma c'e' di piu': senza saper nulla di questo passato, Teege ha vissuto dal 1990 al 1995 in Israele dove ha appreso l'ebraico, ha molti amici e ha lavorato tra l'altro al Goethe Institut. E li' spesso - ha
ricordato - venivano sopravvissuti alla Shoah con il numero impresso sul braccio. Jennifer Teege ha detto oggi di aver voluto con forza che il suo libro (uscito nel 2013 in Germania) fosse tradotto in ebraico per far conoscere la sua storia e ''di attendere ora con impazienza come sara' accolto''. Non a caso il libro si intitola: 'Amon. Mio nonno mi avrebbe sparato'.

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