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di Alessandra Magliaro
ANSA MagazineaMag #43
Dal terzo settore al profit responsabile

Ecco la nuova economia

Chi finanziamo? Dove finiscono i nostri soldi? Domande semplici cui cerchiamo di dare risposte soprattutto da alcuni anni a questa parte quando crack finanziari, bolle speculative, crolli di borsa hanno messo in crisi tanti piccoli risparmiatori e hanno contribuito ad una più generale crisi economica mondiale. Le questioni non riguardano solo i grandi organismi globali ma i cittadini stessi sempre più protagonisti anche di un azionariato attivo. C’è tutto un mondo in crescita dietro la parola Finanza Etica, una parola che in Italia abbiamo imparato a conoscere da una quindicina d’anni ma che nel resto d’Europa e in America è una realtà di oltre mezzo secolo.

Un numero sempre più grande di italiani sceglie di finanziare il terzo settore, piccole cooperative, associazioni, organizzazioni non governative, onlus ma anche, qui è la novità, micro realtà che corrispondono a quei criteri di profit ‘etico’, che siano aziende agricole biologiche, società che si occupano di salvaguardia ambientale, di energia rinnovabile, di legalità, microcredito, promettenti start up tecnologiche, crowdfunding per produzioni dal basso e tanto altro. Un vero e proprio laboratorio di Nuova Economia.

I risparmiatori stessi sono motori del cambiamento

© MacXever iStock.

‘’La crisi economica – con il cortocircuito tra finanza ed economia reale – ha accelerato questo allargamento di prospettiva, non più solo il non-profit ma il profit responsabile, rendendo evidente a tutti che finanziare l’economia reale, quella che produce beni e servizi creando posti di lavoro, è utile per la collettività, in contrapposizione ad un’industria del credito tutta focalizzata su operazioni meramente finanziarie che portano all’arricchimento di pochi e all’impoverimento di molti’’, dice Ugo Biggeri, presidente di Banca popolare Etica, la più grande realtà italiana su questo tema, ancora l’unica ad fare vedere on line secondo criteri di massima trasparenza dove va a mettere i soldi dei risparmiatori.

 A pensarci bene in Italia abbiamo una lunga tradizione se pensiamo all’origine delle casse di risparmio, delle banche popolari, delle cooperative, dei monti di pietà (all’origine appunto!). I tempi ora sono diversi: ‘’siamo in mercati maturi, i risparmiatori scelgono tra molti soggetti e spesso, come accaduto in America dopo la seconda guerra mondiale con la nascita dei primi fondi etici, sono i risparmiatori stessi motori del cambiamento, della sterzata verso i valori di responsabilità sociale. Questo accade anche da noi’’. La prima banca etica nasce invece in Europa, la Gls Bank a Bochum vicino Dusseldorf, 40 anni fa. L’ultima ha aperto il 1 ottobre a Bilbao, si chiama Fiare, succursale di Banca Etica in Spagna.


''Nella finanza etica il profitto è sì un vincolo ma non l’obiettivo finale che invece riguarda l’utilità per la collettività e quindi per i singoli cittadini’’


Dalle banche sostenibili performance migliori rispetto alle banche di sistema

© narvikk iStock.

Sia chiaro: parliamo di un settore in grande espansione ma ancora di numeri piccoli, la finanza globale viaggia altrove anche se dalla lezione del down di Wall Street nel 2008 abbiamo imparato poco e dice Biggeri le bolle speculative, nonostante la vicenda dei subprime abbia investito e impoverito l’americano medio, sono ancora lì pronte a fare altri danni. Ma il fatto che varie altre banche, come ad esempio Banca Prossima nata dal gruppo Intesa San Paolo stiano proponendo fondi etici sta a significare un trend, che ha per volano i dati mondiali stessi.

Le banche sostenibili ed eticamente orientate erogano circa il doppio del credito in proporzione agli attivi di bilancio rispetto alle banche di sistema e anche nel 2013 hanno evidenziato performance finanziarie migliori rispetto alle più grandi banche del mondo, secondo la ricerca curata dalla Global Alliance for banking on Values che il 23 ottobre ha celebrato la giornata di mobilitazione globale per la promozione di una finanza che metta al centro l’uomo e l’ambiente (I a #bankingonvalues ).

‘’Dal ’99 abbiamo deliberato crediti per 1 miliardo 800 milioni di euro a favore di 23.800 progetti di famiglie e imprese sociali, il 70% sono andati al non-profit contro l’1% della media del sistema bancario italiano e nel 2013 la raccolta diretta è cresciuta dell’11% mentre per le altre banche si è registrata una contrazione complessiva del -1,9%, secondo i dati della ricerca condotta da Altis dell’Università cattolica di Milano. Ciò nonostante, siamo allo 0,1 per mille dell’operatività bancaria italiana e pur essendo in crescita non si andrà veramente avanti senza una politica di indirizzo del denaro’’, osserva Biggeri. Il radicamento popolare è forte: Banca Etica è una cooperativa di proprietà dei risparmiatori, 38 mila soci, un numero coerente con il molto volontariato che si fa in Italia.


Fondi etici, 100 ostacoli per entrare nel portafoglio

© Mehmet Hilmi Barcin foto iStock.

Capitolo a parte riguarda i fondi etici. Rispettare l’ambiente e i diritti umani, investire nell’economia reale, premiare imprese e Stati che adottano pratiche virtuose, senza rinunciare al rendimento : secondo un processo di selezione di trasparenza e indipendenza si scelgono i titoli del portafoglio in linea con un sistema di valori responsabili. Sono addirittura 100 gli ostacoli per arrivare alla selezione dal comitato di Etica sgr nel rispetto di normative europee e adesione al Transparency Code promosso da Eurosif, il forum europeo per gli investimenti sostenibili e responsabili.

Esistono database specializzati, come l’inglese Eiris che fornisce informazioni su 3200 imprese quotate in tutto il mondo e 75 stati. E poi ci sono i report provenienti da altre fonti come Amnesty International, Lega Ambiente, Medici senza frontiere, o gli stessi documenti aziendali pubblici di una società.

Lo screening diventa un imbuto: nei fondi non entrano le società che investono in armi, tabacco, gioco d’azzardo, energia nucleare, test sugli animali per scopi non medici, producono pesticidi, modificano geneticamente specie animali o vegetali, commercializzano pellicce, sono coinvolte nel taglio o trasformazione di foreste protette, non rispettano il codice di marketing farmaceutico e dei sostituti del latte materno, sono state accusate di violazione della convenzione internazionale sulla biodiversità e sull’inquinamento, sono state accusate di violazione delle convenzioni sui diritti umani e sulla corruzione.

E sono esclusi dal portofoglio dei fondi responsabili anche i titoli di Stati che non garantiscono libertà politiche e i diritti civili. Al contrario sono selezionati paesi virtuosi dal punto di vista socio-ambientale, in tema di emissioni di co2, energia rinnovabile, tutela dalla biodiversità, gestione dei rifiuti, di percentuale di spesa pubblica per istruzione e sanità in rapporto al Pil, accesso adeguato alle cure mediche, aziende attente al benessere collettivo e alla sostenibilità. Tutto in base ad indici internazionali, come la Freedom House per i diritti politici, il Transparency International per la corruzione, l’Unicef, l’organizzazione mondiale della sanità, il World Development Indicators, la Banca Mondiale, il World Resource Institute, la United nations framework convention on climate change. Nei fondi obbligazionari misti di Etica sgr, a superare i 100 ostacoli, sono attualmente 5 società italiane: Luxottica, Piaggio, Yoox, Indesit e Diasorin.


Cos'è la finanza etica