Dal rischio retrocessione alla speranza di una promozione. Il calcio italiano torna a sorridere dentro e fuori dagli stadi, dove il numero dei feriti cala sensibilmente. Secondo i dati 2016 forniti dal Ministero degli Interni, negli ultimi quattro anni diminuiscono le violenze. Sono 506 gli incontri - in tutti i campionati - dove si sono registrati episodi con feriti nel periodo dal 2012 al 2016 (-17% rispetto al quadriennio 2007-2011 e -55% rispetto al 2002-2007, periodo che ha preceduto la morte dell'ispettore Raciti).
In diminuzione anche il numero di feriti tra i tifosi, 1.067 (-31% rispetto al quadriennio 2007-2011 e -80% rispetto al 2002-2007), e tra le forze dell'ordine (524, -31% rispetto al quadriennio 2007-2011 e -86% rispetto ai quattro anni ancora precedenti).
Il 2014 è stato invece uno degli anni orribili: l’Italia era tornata all'emergenza di sette anni fa, al periodo di fuoco che portò alla morte di Raciti. Per qualcuno, però, era stato anche l'anno del traguardo: per i violenti, che avevano reclutato quattromila ultrà e in un anno hanno moltiplicato di un terzo il numero dei feriti fuori dagli stadi della serie A.
La morte del tifoso napoletano ucciso nel 2014 dai colpi di pistola di un ex-ultrà romanista, e la presunta trattativa con i supporter partenopei all'interno dello stadio, avevano riportato il mondo del calcio all'anno zero. Ma Ciro Esposito e Genny 'A Carogna sono solo la sveglia folle dal lungo sonno della ragione del mondo del pallone, che dura almeno da qualche anno. E che apre gli occhi su numeri da incubo: nell'ultima stagione calcistica sono aumentati del 37% gli incontri con i feriti nelle serie professionistiche. Solo la Lega Pro è in controtendenza con il - 53%.
La maggior parte degli incidenti si verificavano quindi in serie A, con un aumento del 35% di feriti tra i tifosi e dell'80% tra le forze dell'ordine rispetto al 2013. C'è il 20% in più di denunciati ed il +10% di arrestati. Tutto questo nonostante l'aumento delle forze di polizia, passate da 160mila a 180 mila. Sono 5.040 le persone colpite dal Daspo in tutta Italia, nel 2014 sono state 2.256. Cifre che raccontano un'escalation di violenza che puntava a riportare i numeri alcuni anni fa. Al periodo 'pre-Raciti', quando l'omicidio dell'ispettore capo della polizia durante gli incidenti a Catania segnò il massimo livello del fenomeno. Le cifre sono per fortuna ancora distanti da quel periodo, ma il trend di sangue era in ripresa. Basti pensare che prima del 2007 il bollettino di guerra della domenica era tragico, con incidenti che si verificavano in cinque località diverse contemporaneamente.