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Il centro storico è disabitato e il commercio in difficoltà

   In centro storico all'Aquila vivono ancora pochissime famiglie, nonostante le case del cosiddetto 'asse centrale' siano pronte. Questo perché è difficile resistere in un grande cantiere. Qui hanno riaperto circa 80 negozi: un dato ancora ben lontano dalle oltre mille botteghe di prima del terremoto che rendevano il cuore della città un luogo vivo. I clienti affezionati vengono quindi da fuori. Dal momento che L'Aquila in questi dieci anni si è dislocata altrove, lungo un asse viario periferico di oltre 30 chilometri, l'automobile è il mezzo di trasporto più usato. Per parcheggiare in centro, un luogo dal quale un aquilano non può stare lontano per una questione identitaria, bisogna però preventivare la presenza di cantieri, strade chiuse, soste vietate, camion e auto degli operai, assenza di parcheggi.

   Ecco dunque che i commercianti che hanno scommesso sulla ripartenza del centro storico cominciano ad andare in sofferenza. "La ricostruzione strutturale procede velocemente ma - lamenta il fotografo Roberto Grillo - c'è una disattenzione per la ricostruzione immateriale. Come commercianti, di solito presenti dove c'è gente, siamo un'anomalia perché siamo quelli che attendono la gente. E allora bisogna invertire la tendenza radicata in questi 10 anni che vede gli aquilani, contrariamente a prima del sisma, vivere e fare acquisti fuori".

   Quali azioni andrebbero intraprese? "Innanzitutto - afferma Celso Cioni, direttore regionale Confcommercio - bisogna riportare in centro uffici pubblici, banche, assicurazioni, poste, scuole. Oggi manca il flusso che c'era prima del sisma". Nel centro dell'Aquila, infatti, non solo si viveva ma si veniva anche da fuori a lavorare e a studiare. "E poi - aggiunge Cioni - servono servizi, soprattutto e subito i parcheggi, che in 10 anni si potevano fare. Servirebbero più trasporti pubblici per chi abita nelle periferie. Inoltre - prosegue - ci sono gli affitti da calmierare, i prezzi sono insostenibili. Ci vuole una concertazione tra proprietari e amministrazione comunale".

   Tra i negozianti del centro c'è stanchezza e delusione. "Siamo stati i primi a riaprire l'8 luglio 2010. Eravamo in via Leosini, piena zona rossa. Molti ci dicevano che eravamo pazzi. Oggi è difficile sopravvivere perché, tra negozianti e residenti, in centro siamo pochissimi", afferma il titolare della macelleria Palumbo in via Garibaldi. "Avere un'attività in centro non è facile perché la città ancora non riparte. Ci vogliono ancora 10-20 anni di cantieri. Chiediamo che la ricostruzione sia più veloce. Forse è stato sbagliato ricostruire a macchia di leopardo", commenta Chicco Nurzia, proprietario dello storico bar Fratelli Nurzia.

   "Crediamo nel centro storico ma qui ancora è disabitato - dicono Elisa e Valentina, della libreria per bambini Piripù - pertanto chiediamo parcheggi e eventi perché qui c'è solo movida serale ma la città deve vivere anche di giorno".

   Mentre nel centro storico ci sono decine di cartelli affittasi e vendesi di locali ristrutturati ma ancora mai riaperti, e mentre molti commercianti 'pionieri' rischiano la chiusura, si discute del progetto di nuovi centri commerciali in periferia. "Una totale contraddizione" , commenta Cioni di Confcommercio. "Si può fare tra 5 anni, non ora. Manca sensibilità verso un centro storico che oggi ha bisogno di energie. Spero che il Comune rifletta", dice il fotografo Grillo. "Crediamo più in un centro commerciale diffuso nel centro storico così come era L'Aquila prima del terremoto", commentano le libraie Elisa e Valentina.

   Il sindaco Biondi vuole rassicurare: "Non aprirà nessun nuovo centro commerciale, ma la proposta che è stata approvata in giunta e dovrà essere approvata nella commissione territorio e poi dal Consiglio comunale, è quella di un 'parco commerciale' da 2.500 metri quadrati. Il centro storico ha bisogno che tornino uffici pubblici e stiamo lavorando per ricollocare alcuni di questi nella ex sede Inps, mentre entro la metà del 2020 verrà finita la ricostruzione di Palazzo Margherita, la sede del Municipio".

   Quanto alla carenza di parcheggi, il primo cittadino fa sapere: "Abbiamo approvato il progetto per un parcheggio nei pressi della Basilica di San Bernardino e siamo in trattativa per acquisire un'area, quella di Porta Leoni, dove immaginiamo un secondo parcheggio. Stiamo lavorando per ripristinare il megaparcheggio di Collemaggio che è collegato direttamente con Piazza Duomo". 

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