I flash dei fotografi non fanno per lei. Sorride ma si vede che non vede l'ora di andarsene. Anzi, con simpatia e franchezza, lo ammette: "Meno male che vado via presto, i fotografi, la televisione, i giornalisti..." e fa il gesto con le mani intorno alla testa come se questo fosse solo una grande confusione. Suor Bernardette Moriau è la settantesima persona in 160 anni, l'ultima in ordine di arrivo, per la quale è stato dichiarato ufficialmente dalla Chiesa che è stata guarita a Lourdes grazie ad un "miracolo". E' schiva, eviterebbe volentieri riflettori, "ma so che è importante raccontare la mia esperienza".
Sessantanove anni compiuti il 23 settembre, decide di farsi suora a 19 nella congregazione delle Francescane Oblate, un ordine di infermiere ma a 27 anni i primi dolori per una sindrome di 'cauda equina' che si rivelerà invalidante. A luglio 2008 partecipa al pellegrinaggio a Lourdes della sua diocesi ma poi fa ritorno a casa "nelle stesse condizioni, anzi, forse con un po' più di stanchezza a causa del viaggio", dice. E' l'11 dello stesso mese di luglio quando nella cappella del suo convento prega: "In quel momento ho rivissuto quanto avevo sentito qualche giorno prima nella basilica di San Pio X a Lourdes, nella benedizione dei malati". Una sensazione di pace, libertà, e un invito che veniva da dentro a liberarsi dei corsetti e degli altri ausili. "Tutti i disturbi erano spariti" ma "io non avevo mai pregato per la mia guarigione", aggiunge spiegando che è stato "un dono".
Alcune Testimonianze dei miracolati di Lourdes sono state raccolte in un libro di recente pubblicazione: “I misteri di Lourdes” di Filippo Anastasi (Effatà Editrice). Un viaggio dentro il mistero del miracolo che neanche chi lo vive ha ben chiaro.
“Tante volte mi sono chiesta, e più che altro gli altri mi hanno chiesto, perché il Signore ha scelto te rispetto a tanti altri ammalati? E’ la domanda delle domande alla quale non so rispondere”, racconta al giornalista Elisa Aloi che, nell’annuario del Bureau, è la miracolata n. 61. Di Patti (Messina), nata nel 1931, è guarita da un ‘tumore bianco’, una tubercolosi osteo-articolare. “La cosa che conta – dice, tra le testimonianze raccolte nello stesso libro, un’altra ‘miracolata’.
Delizia Cirolli, guarita da un sarcoma di Ewing – è cercare di vivere nella normalità – essere sé stessi”. Parla di pettegolezzi e di sacerdoti che la guardavano con scetticismo Danila Castelli, guarita, senza che nessun medico possa spiegare come, da un tumore endocrino devastante.
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