Prima di arrivare alle camere oscure o agli scanner i volumi passano per il laboratorio di restauro, che è un po' la 'clinica' dei libri del Papa dove, a mani nude e camici bianchi, e con tecniche che fondono la tradizione con i nuovi studi, si ripara ciò che viene usurato dal tempo.
E' ancora una donna, come al dipartimento di digitalizzazione, a guidare il reparto, Angela Nunez Gaitan. "Il nemico numero uno dei libri antichi? Secondo me e' l'uomo...", risponde ridendo ma indica poi il problema dell'umidità e degli insetti che deteriorano negli anni la cellulosa.
Sotto la lente dei restauratori oggi anche alcune opere del Fondo Marega, il patrimonio di documenti che racconta la storia dei cristiani perseguitati in Giappone, sui grandi schermi grazie al film 'Silence' di Martin Scorsese.
"Non usiamo guanti perché perderemmo la sensibilità nel trattare l'opera - spiega -. Ma non fate mai quello che si vede ne 'Il nome della rosa', il monaco che prima di sfogliare lecca il dito. I libri si possono toccare, altrimenti sarebbe la loro morte, sapendo però che dobbiamo trasmetterli anche alle generazioni future".
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