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Emma Bonino, come possiamo non dirci femministe?

Emma Bonino, come possiamo non dirci femministe?

22 febbraio 2017, 23:36

Alessandra Magliaro

ANSACheck

Emma Bonino alla conferenza sulla messa la bando delle mutilazioni genitali femminili, 30 gennaio 2017 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Emma Bonino alla conferenza sulla messa la bando delle mutilazioni genitali femminili, 30 gennaio 2017 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Emma Bonino alla conferenza sulla messa la bando delle mutilazioni genitali femminili, 30 gennaio 2017 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Emma Bonino, che non ha perso l'energia di quegli anni in cui era in prima fila nei cortei, nel documentario Femminismo! di Paola Columba, finalista ai Nastri d'argento 2017, dice: ''le voglio conoscere queste ragazze che dicono di non essere femministe. Abbamo lottato per le pari opportunità, questo è stato il femminismo, mettere in soffitta gli stereotipi uomini/donne, come possono non dirsi femministe?''. Forse le giovani donne di oggi danno per acquisite certe conquiste, le considerano per sempre e hanno altri 'demoni' come il lavoro e la vita precaria, ma questo ''sarebbe un grave errore perchè la storia insegna su questo argomento e su altro che nessuna conquista è per sempre'', dice Dacia Maraini che nelle scuole da anni si dedica con grande passione a questi argomenti convinta lei, come tanti altri del resto, ''che è proprio l'educazione alla relazione tra i sessi il primo e più importante obiettivo: far crescere bambini e bambini nella diversità dei sessi e nell'uguaglianza dei diritti e delle opportunità''.
Guardando indietro sappiamo che tantissimo è stato fatto, ma ciò nonostante la strada appare lunghissima nel pubblico del gender gap economico, di potere e di rappresentanza e nel privato, ora che pubblico e privato non sono più coincidenti come in quegli anni di lotta in piazza. La scia di sangue dei femminicidi non fa che sbatterci in faccia quanto ancora ci sia da fare nella lotta per la parità dei sentimenti, delle relazioni interpersonali e dentro le famiglie, anche banalmente nella divisione dei compiti domestici.

Se, come ricorda la Maraini, il 90% delle violenze non viene denunciato e se lo sfuggire di mano, la perdita di possesso - sia una separazione o altro - può produrre le inaudite violenze degli uomini in una strage di donne che non sembra aver fine, ecco che al di là delle etichette e degli stereotipi il femminismo è una lotta necessaria anche oggi. ''Persino più oggi di allora se abbiamo gli stessi problemi di 30 anni fa e rischiamo di vivere in una Italia peggiore di allora, con una legge 194 perennemente sotto assedio, con la ripresa degli aborti clandestini e con i diritti non più acquisiti''. Non c'è più da gridare in piazza 'le streghe son tornate' perchè - è una riflessione del post e quindi vale a metà - proprio di quell'accezione negativa abbiamo fatto le spese, ma certo che degli stereotipi non ci siamo davvero liberati ancora.

Il corpo delle donne, come il titolo del documentario di Lorella Zanardo che ha fatto scalpore qualche anno fa, è ancora non delle donne come volevamo negli anni '70, piuttosto svenduto nelle chat per qualche likes di popolarità o per una ricarica di cellulare. ''Ma non bisogna giudicare le ragazze di oggi che lo fanno - avverte Maria Rosa Cutrufelli - perchè il contesto davvero non le aiuta: quello della tv e dei media in genere, dalle pubblicità ai videogiochi''.

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