Il movimento dei Senza Terra nasce in Brasile 30 anni fa. Sopravvivere tutti questi anni è già una vittoria. Nessun altro movimento contadino era durato così a lungo ci dice Stèdile in questi anni 800 mila famiglie hanno avuto la terra e molto altro è stato costruito. ''E' un bilancio positivo ma per strada abbiamo perso molti compagni per la repressione, veri e propri massacri di contadini che andavano ad occupare le terre incolte o abbandonate dai latifondisti come quello di Eldorado nel '96 che suscita la solidarietà internazionale anche grazie agli scatti di Sebastiano Salgado che ai Sem Terra dedica il libro e la mostra Terra.
Se guardiamo le cifre non sono buone. Oggi in Brasile l'1% è proprietario del 46% della terra, il 15% del 30% e l'85% del 24%. E ci sono tuttora 4 milioni di contadini senza terra. La riforma agraria tanto attesa, senza la quale non ci potrà essere vera democrazia, è bloccata dai veti incrociati. Nonostante tutto abbiamo appoggiato Dilma Rousseff per il secondo mandato presidenziale e ora aspettiamo. Sin dalla nostra fondazione ci siamo dati una linea di equidistanza da partiti, chiese, stati e governi: vuol dire autonomia politica e libertà di giudizio. Non facciamo sconti a nessuno e non siamo un movimento politico se non nell'accezione di lottare per un cambiamento politico''. Mst, come documenta in maniera approfondita il libro La lunga marcia dei Senza Terra scritto da tre italiane Claudia Fanti, Serena Romagnoli, Marinella Correggia, uscito in questi giorni per Editrice Missionaria Italia, rappresenta un modello alternativo di società.