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L'incredibile caso del geometra frustato

Mario Venditti, magistrato cresciuto nella Dda milanese e ora Procuratore aggiunto a Pavia, è esperto di criminalità mafiosa. Secondo la sua esperienza è come se si ripetesse in modo ciclico quanto successo nei secoli scorsi in Sicilia, quando la nobiltà terriera pensò di sfruttare la criminalità mafiosa (che allora stava nascendo) e invece ne fu letteralmente fagocitata. Tanto che oggi gli ‘utenti’ di questo mercato nero non sarebbero isolati personaggi legati magari a schemi culturali di imprenditori del Sud che lavorano al Nord. Al contrario, nelle inchieste finiscono spesso proprio industriali e professionisti settentrionali. Persone che magari pensano di sfruttare i denari della malavita, ma che stringendo un patto col diavolo prima o poi rimangono inesorabilmente bruciati.


Come nell’incredibile caso di un geometra milanese – mai divulgato alla stampa – che tempo fa per non aver restituito un credito venne addirittura frustato nel suo cantiere, in pieno centro, da emissari di alcune ‘ndrine locali. L’uomo, Alessandro V., 35enne di Bergamo, si trovò improvvisamente nel suo container alcuni ‘esattori’ legati a una certa famiglia calabrese a cui lui aveva fatto ricorso per un prestito, che lo spogliarono e lo frustarono con del filo elettrico per punirlo del mancato rientro del debito usurario nei tempi concordati. “In un’altra occasione mi prelevarono in auto e mi portarono in aperta campagna, riempiendomi di botte”, ha raccontato all’ANSA l’uomo, che sulla schiena per lunghi mesi ha portato i segni del suo ‘sgarro’ e che rimpiange amaramente, ora, di essersi rivolto a certa gente per avere soldi che altrimenti “nessuna banca mi avrebbe dato, in quel momento”. Per la cronaca, dopo la sua denuncia in commissariato, l’anno scorso cinque persone sono state arrestate dalla polizia nel Milanese.

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