Del Grande racconta come è nato Io sto con la sposa, in appena 15 giorni.
''Ero tornato da uno dei miei viaggi in Siria. In quel periodo di ottobre 2013 arrivavano a Milano 100 -200 siriani al giorno, non parlavamo d'altro. Alcuni capitava di ospitarli direttamente a casa nostra, e di ascoltare i loro racconti sulla guerra e sui naufragi. Ripartivano subito, con 1000 euro questa la tariffa dei mercanti di uomini, li portavano in Svezia, tappa finale di quel flusso che dal Sud e dall'Est porta al Nord dell'Occidente. Alla stazione di Milano con Khaled ho conosciuto Abdallah, un superstite del naufragio di Lampedusa dell'11 ottobre in cui sono morti in mare 250 siriani. E' un palestinese siriano, persone che da 60 anni non hanno documenti, passaporto per viaggiare, cresciuti nei campi profughi diventati come Yarmuk, un quartiere periferico di Damasco, sotto assedio delle forse del regime e dove solo poco tempo fa sono morte di fame 47 persone. La sua storia ci ha colpiti profondamente, sentivamo che volevamo aiutare concretamente. Abbiamo pensato ad una mascherata: un finto corteo nuziale, chi chiederà i documenti agli sposi? L'idea del film è stata di Antonio. Ormai eravamo sul set.
Come fai a non aiutare Abdallah e gli altri? All'alba del 14 novembre 2013, ci siamo incontrati davanti alla stazione centrale di Milano. Eravamo ventitré tra ragazzi e ragazze. Amici italiani, palestinesi e siriani. Chi coi documenti, chi senza, ma tutti vestiti eleganti come se stessimo davvero andando a un matrimonio.
Ora il nostro obiettivo è l'uscita: Il nostro produttore associato DocLab sta cercando accordi per una distribuzione italiana ed internazionale sia cinematografica che televisiva. Ma noi vogliamo che questo film continui a vivere nelle piazze, nei teatri e nelle scuole. In Italia e all'estero.
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