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Ebola: l'Oms punta a vaccino nel 2015

Guinea chiude frontiere, lunedì agenzia su farmaci sperimentali

L'epidemia di Ebola in Africa  si aggrava, con i casi che aumentano e sempre più paesi che chiudono le frontiere, e sembra sempre più probabile l'ipotesi che per fronteggiare il virus si ricorrerà anche a farmaci e vaccini ancora sperimentali, ma che il precipitare della situazione faranno tirare fuori dal cassetto. All'arrivo di un vaccino, afferma un dirigente dell'Oms, potrebbero mancare pochi mesi, e l'agenzia potrebbe decidere già la prossima settimana di accelerare l'adozione dei trattamenti, come quello che sta facendo guarire il missionario americano colpito nei giorni scorsi, sperimentati finora solo sugli animali. L'ottimismo sui tempi per il vaccino viene dalle parole del direttore del dipartimento immunizzazione dell'Oms Jean-Marie Okwo Bélé, che in un'intervista alla radio francese Rfi ha rivelato che l'agenzia pianifica di iniziare a settembre i test di una formula messa a punto dalla multinazionale britannica Gsk.

''Il nostro obiettivo è di iniziare i test a settembre - ha spiegato - prima negli Usa e poi sicuramente in un paese africano, visto che è lì che abbiamo i casi. Verso fine anno potremmo avere i risultati, e trattandosi di un'urgenza si può pensare a delle procedure accelerate per averlo a disposizione nel corso del 2015''. Le nuove procedure per i test potrebbero scaturire dalla riunione del comitato di esperti di bioetica e medicina che l'Oms riunirà lunedì prossimo. ''Ci si può chiedere se è giusto fare una sperimentazione in una situazione di emergenza - afferma Stefano Vella, direttore del dipartimento del farmaco dell'Iss - ma d'altra parte senza l'emergenza nessuno si muove. E' un po' come ai tempi di Jenner, l'inventore dei vaccini, che sperimentò il suo su suo figlio per proteggerlo dal vaiolo''.

Di sicuro il siero sperimentale ZMapp, quello usato sui missionari americani infettati, sembra dare buoni risultati. "Divento più forte ogni giorno - scrive Kent Brantly, il medico attualmente in isolamento ad Atlanta - e ringrazio Dio per la sua misericordia perchè ho combattuto questa terribile malattia''. Dove invece il virus continua a mietere vittime è in Africa. In Nigeria sono stati segnalati due nuovi casi, che quindi sono diventati nove nel paese dove il virus è arrivato con un viaggiatore liberiano, mentre la Guinea ha deciso di chiudere le frontiere con Liberia e Sierra Leone, dove oltre 1500 poliziotti sono impegnati a far rispettare quarantene e isolamenti. A Monrovia sono iniziate invece le preghiere pubbliche per invocare la protezione divina contro il virus. Oltre che di preghiere l'Africa ha però bisogno di aiuti concreti da parte dei paesi occidentali.

"L'Ebola - commenta il segretario della Cei e Vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Nunzio Galantino - mette in luce la distrazione, chiamiamola così ma è molto più che distrazione, dell'Occidente nei confronti di una realtà, quella africana, che per troppo tempo è diventata soltanto un luogo da razziare, un luogo da umiliare, un luogo da corrompere, un luogo da trasformare in discarica". Intanto anche l'Italia ha il suo falso allarme, che si aggiunge ai diversi registrati nel mondo in questi giorni. Un sospetto caso di Ebola si è verificato questa mattina al pronto soccorso di Gallarate, nel Varesotto, ma per fortuna l'uomo portato in ospedale dal 118 non era affetto dal devastante virus, ma era vittima della malaria

Oms, morti salgono a 961, 1.779 casi - L'epidemia di Ebola si avvicina sempre più ai mille morti. Secondo le ultime stime dell'Oms, pubblicate oggi e aggiornate al 6 agosto, sono 961 le vittime su 1779 casi. Dall'ultimo aggiornamento, datato 4 agosto, non si sono registrati nuovi casi in Guinea, mentre aumenta il conto in Nigeria. Lo stato più colpito rimane al momento la Sierra Leone, dove sono stati chiusi i cinema e gli stadi e ci sono forti limitazioni alla circolazione, con 717 casi e 298 morti. In Nigeria invece, dove il virus è stato portato da un cittadino liberiano, i casi sono saliti a 13, con due morti. Buone notizie invece dalla Guinea, il paese dove è iniziata l'epidemia, che non ha registrato nessun nuovo caso nei due giorni considerati anche se si sono verificati quattro morti.

Non sono necessarie restrizioni internazionali ai viaggi per evitare i contagi da Ebola, ma i paesi dove l'epidemia è presente devono fare test a tutti i passeggeri di porti e aeroporti in uscita. Lo affermano le raccomandazioni dell'Oms illustrate oggi in una conferenza stampa. ''Tutti i paesi - ha spiegato Keiji Fukuda, vicesegretario generale - devono essere pronti ad accogliere potenziali casi''. Le compagnie aeree non dovrebbero interrompere i voli per i paesi colpiti da Ebola. Lo ha affermato il segretario generale dell'Oms Margaret Chan, secondo cui le misure di prevenzione sono sufficienti a garantire la sicurezza di passeggeri ed equipaggi. ''Abbiamo invitato i governi dei paesi colpiti a spiegare alle compagnie quali sono le misure messe in atto - ha affermato Chen -. Se le precauzioni che consigliamo sono seguite alla lettera il rischio è veramente minimo. Interrompere i voli rischia di mettere in ginocchio le economie di quei paesi'',

Il tweet dell'Organizzazione mondiale della sanità

 

In passato lo status era stato utilizzato solo per la pandemia di influenza H1N1, la cosiddetta 'suina', e poche settimane fa per la polio. ''L'epidemia di Ebola in Africa Occidentale costituisce un 'evento straordinario', e un rischio di salute pubblica per gli altri Stati - hanno spiegato gli esperti del comitato, che si è riunito per due giorni - le possibili conseguenze di un'ulteriore espansione sono particolarmente serie e una risposta internazionale è necessaria. E' parere unanime del comitato che siano soddisfatti i criteri per dichiararla emergenza internazionale di salute pubblica''.

La comunità internazionale deve aiutare i Paesi dove è presente l'epidemia di Ebola. Lo ha affermato il segretario generale dell'Oms Margaret Chan durante la conferenza stampa del Comitato di Emergenza sulla malattia. ''I paesi colpiti dall'epidemia - ha ricordato - vengono da un periodo di conflitti e difficoltà, e i loro sistemi sanitari sono deboli. La comunità internazionale deve aiutarli a reagire. In questi giorni ho ricevuto impegni molto generosi da parte di diversi paesi, spero che si traducano in fatti concreti''.

I trattamenti sperimentali contro il virus Ebola ''sono disponibili solo in quantità estremamente limitata''. Lo ha affermato il Comitato di Emergenza dell'Oms durante una conferenza stampa, annunciando che lunedì prossimo si riunirà una commissione per studiare il possibile utilizzo di farmaci e vaccini nell'epidemia in corso. ''Al momento i farmaci sperimentali sono disponibili solo in piccolissime quantità, e ci sono diverse questioni etiche e mediche da risolvere - hanno spiegato gli esperti -. Da lunedì ci sarà un meeting di esperti per sviluppare una strategia per il possibile uso, e speriamo in pochi giorni di avere indicazioni solide''.

Infografica: i Paesi colpiti

In Italia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ribadito che "non c'è alcun pericolo in relazione al virus Ebola e non ci devono essere forme di psicosi, bensì forme di allerta che tutti i paesi hanno attivato e l'Italia per prima, a partire da posti, aeroporti e luoghi di fruizione turistica". Chi invece ha portato 'volontariamente' il virus sul proprio territorio è la Emory University di Atlanta, che dopo aver accolto il medico volontario Kent Brantly, che si è infettato in Liberia, ha ricoverato nei giorni scorsi anche l'infermiera Nancy Writebol. Entrambi sono stati curati con un siero sperimentale, mai testato prima sull'uomo, che sembra dare buoni risultati. La corsa alle cure riguarda anche l'Italia, con un farmaco allo studio da parte del gruppo di Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia, a Padova.

''La nostra molecola agisce bloccando l'entrata del virus nelle cellule - spiega Palù - sfruttando gli endosomi, delle piccole vescicole cellulari. Siamo ancora alle fasi preliminari della ricerca, con gli studi in vitro e su modelli animali''. In aiuto dei paesi che stanno affrontando l'epidemia arriverà anche la Banca Mondiale, che ha annunciato lo stanziamento di 200 milioni di dollari. La gara di solidarietà ha 'contagiato anche l'Italia, con la Farnesina che ha stanziato 200mila euro per la Guinea, e altri paesi come la Germania, che invece donerà un milione di euro.

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