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Fecondazione: sì all'eterologa, i cattolici insorgono

La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della norma della legge 40 che vieta il ricorso a un donatore esterno

Fecondazione assistita, cade un'altra barriera: l'eterologa, fino a ieri vietata dalla legge 40, è diventa legale. La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato illegittimo il divieto di accesso a questa metodica per le coppie in cui ci sia un problema di infertilità assoluta, dove solo gli ovuli o gli spermatozoi di un donatore possono far concretizzare la speranza di un figlio. Fino ad ora queste coppie erano sostanzialmente "fuori legge", costrette a recarsi all'estero, se avevano i mezzi per farlo.

Ora, non appena la sentenza sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale - presumibilmente da qui a un mese - l'eterologa si potrà fare anche nei centri italiani. Ma le resistenze sono ancora tante. E le reazioni alla notizia lo dimostrano. Il mondo cattolico è salito immediatamente sulle barricate. Famiglia Cristiana parla di "fecondazione selvaggia per tutti", di "ultima follia italiana". L'Accademia Pontificia per la Vita manifesta "sconcerto e dispiacere" e teme riflessi sia sulla coppia sia sul nascituro. Anche gli esponenti politici di area cattolica recalcitrano.

Cosa cambia - Cade quindi innanzitutto il divieto di fecondazione assistita eterologa, previsto dall'art. 4 comma 3 della legge, che riportava: "È vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo". Cadono anche, di conseguenza, i due incisi che recitano entrambi "in violazione del divieto di cui all'art. 4, comma 3", cioè del divieto di eterologa, previsti nei commi 1 e 9 dell'art. 9, che resta ovviamente immutato per le altre parti e per i suoi contenuti, compreso il divieto di disconoscimento di paternità in caso di eterologa. Incostituzionale, infine, anche l'art. 12 comma 1 sulle sanzioni: "Chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente, in violazione di quanto previsto dall'articolo 4, comma 3, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300.000 a 600.000 euro".

Lorenzin: tema complesso necessita di condivisione - "L'introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti". Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Ass. Coscioni: sì della Consulta è legge - La decisione della Corte Costituzionale non potrà essere più modificata dal Parlamento, sottolinea l'associazione Luca Coscioni. ''La sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile", si legge nella nota. . Proprio questa norma, sostiene l'Osservatorio sul Turismo Procreativo, era motivo di metà dei 4mila 'viaggi della speranza' che le coppie italiane fanno ogni anno. ''Ora - fa sapere l'associazione Coscioni - sia i centri pubblici sia quelli privati dovranno eseguire tecniche di fecondazione con donazione di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia. Come prima del 2004, anno di emanazione della legge 40, sarà lecita l'ovodonazione; mentre qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio seme''.

Consulta attende Corte Ue - La prossima sentenza sulla legge 40, che affronterà il tema del divieto di ricerca sugli embrioni, verrà dalla Corte Europea sui diritti dell'uomo e non dalla Consulta, che avrebbe dovuto decidere oggi anche su questo aspetto. Lo annuncia l'associazione Coscioni. ''Non verranno discussi in sede costituzionale il divieto di ricerca sugli embrioni e il divieto di revoca del consenso informato - spiega una nota sul sito dell'associazione - in quanto la Consulta su richiesta dell'avvocato Baldini, che rappresenta l'associazione, ha disposto il rinvio della discussione in attesa della decisione della Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell'Uomo del 18 giugno prossimo''. La Corte dovrà decidere sul procedimento 'Parrillo contro Italia', in cui Adele Parrillo, vedova del regista Stefano Rolla deceduto nell'attentato di Nassiriya nel 2003, vuole donare alla ricerca i 5 embrioni prodotti prima della morte del compagno per effettuare una fecondazione assistita.

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