L'Italia e' in ripresa: la crescita migliora e il pil salira' quest'anno dello 0,6% e nel 2015 dell'1,1%. Progressi nonostante i quali l'Italia resta fanalino di coda fra le economie del G7 e - come anticipato - si fa doppiare nel 2015 dalla Grecia, con Atene che crescera' del 2.6%. Fra i nodi che l'Italia deve sciogliere c'e' quello del credito da rilanciare e che potrebbe avere un potenziale impatto sul ''pil del 2% e oltre'', e la crisi del lavoro da risolvere.
I progressi dell'Italia - afferma il Fondo Monetario Internazionale - si inseriscono in un migliorato quadro congiunturale europeo, dove pero' e' ''relativamente alto'', pari a circa il 20%, il rischio di deflazione. Da qui il nuovo affondo di Washington alla Bce: la Bce deve guardare a tutte le opzioni per evitare la deflazione e un'azione e' ''meglio prima che dopo'' afferma il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, alimentando il braccio di ferro a distanza fra Fondo e Francoforte, dopo il botta e risposta fra Mario Draghi e Christine Lagarde.
L'analisi del Fmi sulla situazione del lavoro italiana rafforza l'allarme lavoro lanciato dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan ai microfoni della Cnn. ''L'alta e persistente disoccupazione e' la minaccia numero uno al progetto europeo. Bisogna combinare politiche di stimolo alla domanda e facilitazione del mercato del lavoro come il jobs act'' afferma Padoan. In base agli ultimi dati dell'Inps a marzo sono state autorizzate 100,1 milioni di ore di cassa integrazione, con un aumento del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le domande di disoccupazione sono invece calate in febbraio del 4,7%. Il Fmi stima per l'Italia un tasso di disoccupazione del 12,4% nel 2014 e dell'11,9% nel 2015, maggiore della media di Eurolandia dove la ''disoccupazione resta alta a livelli inaccettabili'' mette in evidenza il Fmi.
La ricetta di Washington per Roma si basa sulla riforma del mercato del lavoro, con la raccomandazione di avere un singolo contratto, tasse piu' basse sul lavoro, la riforma giudiziaria e una pubblica amministrazione piu' efficiente. Il quadro di ripresa lenta italiana si inserisce in un contesto europeo di crescita, con il pil di Eurolandia stimato crescere quest'anno dell'1,2% e il prossimo dell'1,5%.
''La buona notizia e' che, per la prima volta in due anni, per le economie periferiche del sud, e' prevista una crescita anche se lenta'' afferma Blanchard. A tirare la crescita mondiale, che quest'anno di attestera' al 3,6% per poi salire al 3,9% nel 2015 (ambedue le stime sono state ritoccate al ribasso di 0,1 punti percentuali), sono le economie avanzate, con gli Stati Uniti capofila, mentre le economie emergenti rallentano, frenate anche dalla normalizzazione della politica monetaria della Fed. ''I rischi acuti sono diminuiti, ma i rischi non sono scomparsi'' afferma Blanchard, citando le tensioni geopolitiche fra i possibili rischi sull'economia mondiale e il mancato completamento della riforma finanziaria.