Nel 2017 sale a 50 miliardi di euro
il patrimonio dei fondi immobiliari in Italia, con un incremento
del 4,2% rispetto all'anno precedente. E nei principali Paesi
europei il 2017 si dovrebbe chiudere con un patrimonio di oltre
550 miliardi di euro, con un aumento dell'8%. Lo rivela il
rapporto "I Fondi immobiliari in Italia e all'estero",
realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con lo
Studio Casadei, in cui si osserva che "nonostante lo scenario
economico e politico incerto, il fatturato immobiliare è
aumentato ovunque, fatta eccezione per il Regno Unito, dove il
brusco rallentamento dell'attività nel periodo post-Brexit ha
comportato una consistente flessione".
La crescita del mercato immobiliare italiano, che si lascia
alle spalle una lunga crisi, "consolida il buon andamento del
settore dei fondi immobiliari (407 quelli attivi)", con la
previsione di "un leggero aumento" anche per il 2018.
Il mercato immobiliare finanziarizzato italiano è costituito
da un patrimonio immobiliare di circa 62 miliardi di euro (in
crescita rispetto ai circa 60 miliardi di euro del 2016)
ripartito fra fondi immobiliari destinati al pubblico retail,
fondi immobiliari destinati ad investitori istituzionali, Siiq
(società di investimento immobiliari quotate) e società
immobiliari quotate. Complessivamente l'industria del mattone,
al 30 giugno 2017, ha registrato una capitalizzazione in Borsa
(fondi retail, Siiq e società immobiliari quotate) pari a circa
3,7 miliardi di euro.
"Il settore immobiliare residenziale - ha commentato Mario
Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari - è in crescita in
molti mercati, con un generalizzato aumento delle compravendite,
guidate quasi ovunque dall'andamento positivo dell'usato, che
rappresenta oltre due terzi degli scambi. È in crescita anche
l'interesse per il comparto come asset class, soprattutto da
parte degli investitori istituzionali americani".
Da segnalare l'aumento del trend dei prezzi nella maggior
parte delle piazze e "alcuni Paesi europei, Romania, Germania e
Svezia, figurano ai primi posti nella classifica mondiale per
incremento annuo" conclude Breglia sottolineando che il 2017
rappresenta "l'anno della svolta per l'Italia, sebbene non in
tutti i territori", mentre Londra ha mostrato una performance
negativa, "con cali delle quotazioni compresi tra il 3 e il 9%,
e le prospettive rimangono incerte".
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