Di fronte alle 650 mila domande di
edilizia pubblica inevase da comuni e ex Iacp Istituto Autonomo
Case Popolari, ai 4 milioni di giovani adulti tra i 25 e i 39
anni che abitano con i genitori e allr quasi 3 milioni di
persone che spendono per il canone di locazione più della soglia
critica del 30% dei redditi, Cgil, Cisl e Uil premono per una
nuova politica per la casa. L’edilizia pubblica, del resto,
rappresenta solo il 4% del patrimonio abitativo, una delle quote
più basse d’Europa.
Al convegno "Casa: Una nuova questione abitativa 50 anni
dopo gli scioperi del 1969" i sindacati chiedono "innanzitutto
dì incrementare l'offerta abitativa in affitto, con canoni
commisurati ai redditi delle famiglie, articolando gli
interventi in un percorso di sviluppo sostenibile". Parte delle
risorse potrebbero venire da un’aliquota maggiorata sui
contratti a canone libero, almeno al 23%, mentre per i contratti
concordati c’è la proposta di rendere strutturale la cedolare
secca al 10%.
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