L'unificazione dell'Imu con la Tasi
prevista dalla prossima manovra non riduce e non rende meno
'inique' le tasse sugli immobili. E' quanto sostiene il
presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in una nota
nella quale spiega le osservazioni in merito dell'associazione
dei proprietari.
Per Confedilizia è sbagliato l'aumento dell'aliquota di base
per l'abitazione principale (dal 4 al 5 per mille) e di quella
per gli altri immobili (dal 7,6 all'8,6 per mille) e che a circa
trecento Comuni (fra i quali Roma e Milano) sia concessa
un'aliquota massima più alta rispetto a tutti gli altri: 11,4
per mille anziché 10,6.
Con l'eliminazione della Tasi, inoltre, si rileva, viene
soppresso l'obbligo per i Comuni di individuare, con
regolamento, i servizi indivisibili e di indicare
analiticamente, per ciascuno di essi, i relativi costi alla cui
copertura il tributo è diretto. La soppressione della Tasi porta
con sé l'attribuzione ai proprietari dell'intero importo del
tributo, ora invece in parte a carico degli occupanti degli
immobili.
Vengono mantenute imposizioni come quelle sugli immobili
inagibili (tassati al 50 per cento) e su quelli non utilizzati e
privi di mercato per assenza di inquilini o acquirenti. Con
riferimento a questi ultimi, Confedilizia ha proposto di
escludere dalla tassazione le unità immobiliari prive di mobilio
e non allacciate ai servizi pubblici o quelle situate in Comuni
con una popolazione inferiore a tremila abitanti.
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