Domanda moderata e prezzi ancora
bassi con un ampio divario tra cifre offerte e richieste. E'
questo lo scenario delineato dall' Indagine sul mercato delle
abitazioni di Bankitalia relativo al primo trimestre dell'anno.
La quota di operatori che segnalano pressioni al ribasso è scesa
al 16,0 per cento da 17,5 ma resta largamente superiore a quella
di coloro che indicano un aumento delle quotazioni.
La quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile nel
trimestre gennaio-marzo è diminuita per la seconda volta
consecutiva (a 74,8 da 77,9 per cento), riflettendo l'andamento
registrato in tutte le ripartizioni geografiche. Quasi il 90 per
cento degli agenti ha venduto solo abitazioni preesistenti,
mentre è scesa a meno dell'1,0 per cento la quota di operatori
che ha intermediato esclusivamente immobili nuovi. Il saldo fra
giudizi di aumento e diminuzione di abitazioni invendute, alla
fine del primo trimestre di quest'anno, si è mantenuto negativo,
La mancanza di proposte di acquisto a causa di prezzi
ritenuti troppo elevati dai potenziali compratori si conferma il
principale motivo di cessazione dell'incarico a vendere (la
percentuale è salita a 64,3 per cento da 60,7 nella precedente
rilevazione). Di contro, secondo il 44,2 per cento delle agenzie
la decadenza del mandato è attribuibile prevalentemente a
proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal
venditore e il 27 per cento (in aumento di quasi 5 punti
percentuali rispetto alla scorsa rilevazione) all'attesa di
prezzi più favorevoli.
Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto
alle richieste iniziali del venditore è ancora diminuito (al 9,8
dal 10,5 per cento. I tempi di vendita sono scesi lievemente al
di sotto dei 7 mesi
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