Garantire un flusso di finanziamenti
costanti, da destinare all'edilizia residenziale pubblica e
procedere all'immediato recupero degli appartamenti al momento
inagibili. Sono queste alcune richieste contenute nel documento
sottoscritto da Federcasa con i Sindacati Nazionali degli
Inquilini (Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini), per
rilanciare l'Erp e tutto il settore delle case popolari, in
Italia.
Il testo - presentato oggi a Roma - sarà sottoposto
all'attenzione del Parlamento per richiedere una serie di misure
volte a delineare una svolta nelle politiche abitative, oltre
che nuovi ruoli per l'edilizia residenziale pubblica. Tra le
proposte avanzate vi è anzitutto la necessità di ripristinare un
flusso di finanziamenti certi e costanti, in parte provenienti
dalla fiscalità generale e in parte dalla lotta all'evasione,
che nel settore dell'affitto rappresenta una quota rilevante.
Nel documento viene poi evidenziata la necessità di completare
urgentemente il programma di interventi per il recupero e la
razionalizzazione degli immobili di edilizia residenziale
pubblica. Altro punto fondamentale riguarda gli enti gestori
delle case popolari, ai quali deve essere data la possibilità di
concorrere, a parità con gli altri soggetti imprenditoriali, ad
attività di produzione e di gestione immobiliare a rendimento,
prevedendo che le risorse ricavate da questa attività siano
utilizzate nella manutenzione e nella valorizzazione del
patrimonio pubblico. Un punto affrontato è anche il tema
dell'abusivismo, per il quale viene evidenziata la necessità di
contrastare occupazione abusive attraverso forme rapide e
trasparenti di assegnazione degli alloggi liberi, fondi per il
ripristino immediato degli alloggi che si rendono disponibili,
ed accordi con Prefetture e Questure per il controllo del
patrimonio.
"Il documento che abbiamo sottoscritto nasce per proporre
soluzioni che diano risposte efficaci al problema abitativo ed
alla marginalità. - Commenta il presidente di Federcasa, Luca
Talluri - È evidente che, con oltre 1 milione e 600mila nuclei
familiari che vivono in una situazione di disagio abitativo, non
basta mettere in campo interventi di manutenzione sul patrimonio
esistente. Ci vogliono soluzioni più strutturate e di lunga
durata, perché il sistema attuale è in una situazione
cristallizzata".
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