Sui lavori preparatori del decreto
correttivo al Codice degli Appalti, "quello che sta succedendo
desta grandissima preoccupazione". Così in una nota, Finco
(Federazione industrie, prodotti, impianti, servizi ed opere
specialistiche per le costruzioni) commenta il testo ricevuto la
sera di venerdì scorso da parte della Presidenza del Consiglio
per un parere scritto.
Il testo sottoposto all'attenzione della Federazione "fa
registrare alcuni gravi passi indietro, ed è in alcuni passaggi
non rispondente alla legge delega al Governo, al lavoro
effettuato dal legislatore per due anni e a quello effettuato
dallo stesso Governo fino a poco tempo fa", ha affermato la
presidente Finco, Carla Tomasi.
In particolare, la Federazione reputa grave sia
"l'allargamento della possibilità di subappalto limitando il
tetto del 30% alla sola categoria prevalente e non a tutta
l'opera", sia il fatto che "nelle lavorazioni
superspecialistiche le peculiarità che devono dimostrare le
imprese vengano spostate dal livello dell'esecuzione a quello
della qualificazione".
Inoltre Finco non condivide, in particolare, la modifica
introdotta dall'articolo 177 sulla previsione che i
concessionari possano non mandare in gara la manutenzione e i
lavori eseguiti direttamente. In questo
quadro, "è veramente significativa l'espunzione della
definizione di 'manutenzione' condivisibilmente inserita
in un primo momento", prosegue la nota.
Con l'emanazione del nuovo Codice degli Appalti "è stato fatto
un egregio lavoro, messo ora in discussione per far
rientrare dalla finestra, in extremis e nel ben individuabile
interesse di pochi, ciò che il legislatore e il Governo
avevano giustamente fatto uscire dalla porta e senza che sia
successo nulla che lo giustifichi" conclude Tomasi.
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