"In Italia gli immobili alberghieri
vengono sovrastimati, a volte fino al 20% rispetto al valore
reale" e mancano "procedure standardizzate condivise",
fondamentali per attirare investitori internazionali. A
sottolinearlo è Rics (Royal Institution of Chartered Surveyors),
organizzazione mondiale che raccoglie i professionisti del
settore immobiliare, nel documento "Valutazione degli immobili a
destinazione turistico-ricettiva".
Il documento è finalizzato ad uniformare l'approccio
valutativo delle strutture alberghiere in conformità agli
standard internazionali di valutazione Rics. Promuovere questi
standard "significa offrire uno strumento di valutazione
riconosciuto e condiviso a livello internazionale, significa
lavorare per un mercato più imparziale, consapevole e
trasparente", ha sottolineato il presidente di Rics in Italia,
Daniele Levi Formiggini. Soprattutto alla luce del fatto che il
mercato italiano è caratterizzato da circa 34.000 hotel sul
territorio, con strutture di piccole dimensioni (in media 30
camere e una gestione di tipo familiare) e una scarsa
penetrazione delle grandi catene. "L'offerta alberghiera in
Italia è una delle più frammentate d'Europa", spiega
l'organizzazione, evidenziando che "di fronte a questo contesto
di disomogeneità, gli investitori stranieri tendono ad
approcciare il mercato italiano con cautela". I deal più
importanti nel 2016 si sono registrati solo a Roma, Milano,
Firenze e Venezia, mete del turismo internazionale.
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