Un piccolo segnale di ripresa
della filiera delle costruzioni: dopo sette lunghi anni di segno
meno, anche a doppia cifra quasi (-11,6% nel 2009, -9,6 nel
2012) arriva finalmente un timido più nel valore della
produzione per il 2016: +0,7% che segue la perdita dello 0,5%
dello scorso anno e del 3 nel 2014. A dirlo è il rapporto 2016
di Federcostruzioni - federazione di Confindustria che riunisce
la principali categorie del mercato edile e delle infrastrutture
- presentato al Saie di Bologna.
Un mezzo passo in avanti (per di più che rischia di essere
incerto: le previsioni per il 2017 parlano di un ritorno del
meno allo 0,6) dopo anni difficilissimi per una filiera che tra
2008 e 2015 ha perso 131 miliardi (quasi il 30% del valore della
produzione) e 674mila posti di lavoro. Un calo drastico che ha
coinvolto tutti i settori del comparto: dalle costruzioni (le
più colpite in termini assoluti, -79,4 miliardi pari al 28,6%)
ai laterizi (-72,4%); dal commercio delle macchine per movimento
terra, cantiere ed edilizia (-59,5%) a cemento e calcestruzzo
(-54,1%) fino a bitumi e asfalto (-45,2%) e siderurgia (-42,4%).
Ora l'attesa di una filiera che nel 2015 ha generato un
valore di 400 miliardi dando lavoro a 2,6 milioni di persone, è
- spiegano da Federcostruzioni - per le misure che il Governo
inserirà nella prossima legge di bilancio "che si annunciano
decisive, sul fronte delle regole per il rilancio del mercato
dei lavori pubblici, nel campo del potenziamento degli incentivi
per la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici
privati e la riqualificazione del territorio, delle scuole e del
patrimonio edilizio". Puntando, secondo la federazione, su
innovazione e digitalizzazione "includendo la filiera delle
costruzioni nella strategia Industria 4.0".
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