I contribuenti con redditi superiori
a 55mila euro in Italia pur essendo solo il 4,58% del totale
versano oltre il 38% dell'Irpef complessiva, mentre quelli che
dichiarano fino a 7.500 euro sono quasi il 25% e pagano lo 0,12%
dell'imposta complessiva. Secondo uno studio di Itinerari
previdenziali e Cida sui redditi 2020 la spesa pubblica è
sostenuta in gran parte dai cinque milioni di contribuenti con
redditi superiori a 35mila euro che, pur essendo il 12,99% dei
40 milioni di contribuenti, versano il 59,95% dell'imposta sulle
persone fisiche.
Nel complesso i redditi prodotti nel 2020 e dichiarati nel
2021 ai fini Irpef sono stati 865,074 miliardi, per un gettito
Irpef generato di 164,36 miliardi in calo del 4,75% rispetto
all'anno precedente. Sopra i 100mila euro c'è solo l'1,21% dei
contribuenti che però versa il 19,91% delle imposte. "Mentre si
discute di riforma fiscale e flat tax - sottolineano Itinerari
previdenziali e Cida - il 79,2% degli italiani dichiara redditi
fino a 29mila euro, corrispondendo solo il 27,57% di tutta
l'Irpef, un'imposta neppure sufficiente a coprire la spesa per
le principali funzioni di welfare.
Nel 2020, anno nel quale è scoppiata la pandemia da Covid,
sono statati necessari 122,72 miliardi per la spesa sanitaria,
144,76 per l'assistenza sociale e altri 11,3 per il welfare
degli enti locali. Un conto totale di 278,78 miliardi che viene
finanziato attingendo alla fiscalità generale: a queste sole tre
voci di spesa - sottolineano Itinerari previdenziali e Cida -
sono state destinate nell'anno tutte le imposte dirette Irpef,
addizionali, Ires, Irap e Isost e anche oltre 50 miliardi di
imposte indirette. Una differenza che si è ridotta negli anni
successivi con l'aumento delle imposte dirette collegato alla
ripresa economica dopo il Covid (da circa 226 miliardi del 2020
a 253 nel 2021 e a 263 stimati per il 2022) maggiore della
crescita della spesa sanitaria (da 278 miliardi nel 2020 a 283
nel 2021 e 288 nel 2022).
E se per la spesa sanitaria e assistenziale non basta
l'intera Irpef quella per le pensioni e le assicurazioni sociali
al netto delle tasse si autofinanzia. Nel 2020 la spesa per le
pensioni e per le assicurazioni sociali (infortuni Inail,
malattia, maternità, assegni familiari, sostegno al reddito
tramite ammortizzatori sociali) è costata 269,6 miliardi al
lordo dell'Irpef che grava sulle pensioni a fronte di contributi
sociali pagati da aziende e lavoratori per 215,1 miliardi con un
autofinanziamento dell' 80% (che sale in anni normali come il
2021 intorno all'86%). Poiché sulle pensioni grava una Irpef di
circa 56,19 miliardi il costo effettivo per lo Stato si riduce e
il saldo contabile passa da un deficit apparente di 54,5
miliardi a un attivo di 1,7 miliardi. "Dal lato pensioni -
avverte lo studio - possiamo dire che la spesa è più che
finanziata". Il Centro di ricerche sottolinea però che "su 16
milioni di pensionati il 48% sono totalmente o parzialmente
assistiti perché hanno versato pochi o nulli contributi sociali
e quindi poche o nulle imposte dirette e sono totalmente o
parzialmente a carico del sistema sociale e di coloro che pagano
tasse e contributi".
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