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La cera ritrovata, gioielli si 'provano' su WhatsApp

Laboratorio orafo di 4 romani, boom grazie a Facebook e web

Una tecnica orafa antica, usata anche dagli egizi, si sposa con l'innovazione dei social media. E' possibile grazie a La Cera Ritrovata, un laboratorio di gioielli nato a Roma per l'inventiva di quattro amici. Sono Fabiano Trionfi, Lara Alfieri, Roberta e Minù Capasso. "Tutti e quattro siamo creativi e ognuno ha il suo stile", spiega Fabiano Trionfi che cura il marketing digitale dell'azienda e spiega che grazie a Facebook e Instagram il laboratorio si è fatto conoscere sempre di più e ora consente, tramite una videochiamata su WhatsApp, anche di fare vedere alle clienti come stanno indosso le loro creazioni.

Il nome della bottega, La Cera Ritrovata, deriva da una delle tecniche di produzione più antiche, la cera persa, la stessa con cui sono stati creati anche i Bronzi di Riace. In pratica, si parte dalla creazione di un prototipo in cera che viene chiuso in un cilindro all'interno del quale si immette gesso liquido.

Successivamente viene messo in forno per molte ore. La cera evapora, è quindi "persa", e il gesso si solidifica racchiudendo al suo interno il negativo del prototipo originale. In questo spazio viene colato il metallo fuso, ottenendo così un oggetto in tutto e per tutto uguale al prototipo. Il gesso a questo punto viene rotto, estraendo l'oggetto in metallo, che verrà poi rifinito, lucidato e a volte decorato con pietre.

"La mia spinta iniziale era fare cinture da uomo metalliche - spiega Fabiano Trionfi - poi con le miei socie, due delle quali erano compagne di scuola al liceo artistico, abbiamo fatto un corso per orafi e iniziato a fare gioielli per noi. Abbiamo avuto molti apprezzamenti, poi siamo passati ai mercatini, abbiamo lavorato un anno per un'orafa poi ci siamo buttati nell'avventura di una nostra bottega".

L'avventura sui social inizia invece nel 2016. "Ho iniziato investendo dei soldi su Facebook e iniziato a studiarne a fondo le possibilità - racconta sempre Fabiano - il massimo dei like che avevamo raggiunto era 800, poi siamo saliti a 1200, poi siamo arrivati a 18mila mi piace. Protagonista del post dei record un anello con la perla di cui ne abbiamo venduto una infinità. Su Facebook le clienti chiedono informazioni, prezzi, foto, insomma ha soppiantato l'email". Su Instagram, aggiunge, "il pubblico e' più giovane e ci sono spesso commenti alle foto delle creazioni, facciamo anche delle Storie sui nostri gioielli". La novità assoluta introdotta da Fabiano, Lara, Roberta e Minù, è la possibilità per le clienti di fare una videochiamata su WhatsApp per vedere più da vicino le creazioni e come stanno indosso.

La piccola azienda investe tutto il budget pubblicitario sull'online. "La differenza di costo non ha confronto rispetto alle altre forme di pubblicità e si raggiungono risultati", sottolinea Fabiano aggiungendo che "la sensazione e' che molte persone vengano in negozio perché ci hanno visto su Facebook". La bottega ha clienti a Roma e in tutta Italia, da gennaio incomincerà a elaborare strategie per l'estero. 

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