Fare sistema: questa la via che
le imprese italiane devono percorre per arrivare pronte alle
nuove sfide dei trasporti, dalla digitalizzazione alla
decarbonizzazione e cogliere le opportunità - miliardi di euro
tra risparmi e benefici - che si aprono con il terzo pacchetto
mobilità della Commissione Ue. In un faccia a faccia alla
conferenza 'Destinazione Europa in Movimento', organizzata da
Fondazione CS MARE e Gruppo di Iniziativa Italiana (GII) al
Parlamento europeo, imprenditori e istituzioni Ue hanno
delineato le prospettive del settore.
Presenti in aula, tra gli altri, il vicepresidente del Pe
Fabio Massimo Castaldo (M5S), gli eurodeputati Daniela Aiuto
(Efdd) e Giovanni La Via (Fi), la presidente della Fondazione Cs
MARE Evelin Zubin, e il vicepresidente del Gruppo di Iniziativa
Italiana (GII) Alberto Mazzola.
La rotta tracciata da Bruxelles verso la mobilità del futuro
passa attraverso regole comuni per i trasporti combinati di
merci, la gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali
e il miglioramento delle condizioni di lavoro degli
autotrasportatori. "E' giusto che gli operatori sappiano il
lavoro che c'è dietro" le proposte Ue, ha spiegato Aiuto, che ha
ospitato la conferenza. Davanti ai cambiamenti "le Pmi italiane
dovranno rinunciare a un pezzo della loro autonomia per fare
sistema" perché "o si corre tutti insieme", oppure "la singola
impresa non riuscirà da sola a superare le difficoltà", ha
sottolineato Zubin ribadendo l'importanza di un "supporto attivo
per il mondo imprenditoriale" per "cogliere tutte le opportunità
che deriveranno dal cambiamento". Opportunità che, secondo le
prime stime della Commissione Ue, si calcolano in risparmi
totali di 370 milioni fino al 2025 solo sulla raccolta di
pedaggi autostradali, 5mila nuovi posti di lavoro con la
revisione della direttiva sul noleggio delle auto autonome, 27
miliardi di euro di benefici tra il 2018 e il 2040 grazie alla
digitalizzazione dei documenti, con una riduzione dei costi
operativi del 25%. Fare sistema significa anche "accedere alle
risorse Ue" e "sconfiggere i grandissimi danni derivanti dal
dumping sociale e salariale" in Europa, è stato il monito di
Castaldo.
Tra i dossier-chiave, anche il taglio delle emissioni entro
il 2030, traguardo considerato "fondamentale" da Zubin e La Via,
nonché l'ulteriore apertura del mercato ferroviario passeggeri.
"Il campo" delle norme Ue "è vasto e riguarda tutto il settore
trasporti", ha evidenziato Mazzola, ricordando che, oltre alle
"tante Pmi", sono coinvolte anche "Ferrovie dello Stato e
aziende come Pirelli e Fiat".(ANSA)
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