L'Italia è il primo produttore
farmaceutico dell'Unione Europea. Quest'anno ha infatti superato
la Germania con una produzione di 31,2 miliardi, contro i 30 dei
tedeschi. Un successo dovuto al boom dell'export che sfiora i 25
miliardi. E' quanto emerge dai dati resi noti durante il
congegno "Innovazione e produzione di valore. L'industria del
farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere" in corso a
Brindisi.
Industria farmaceutica che conta anche 200 aziende, 65.400
addetti (90% laureati o diplomati), 6.400 ricercatori e 2,8
miliardi di investimenti in produzione e Ricerca nel 2017. Il
primo fattore di competitività dell'Italia risulta essere la
qualità delle risorse umane. E le imprese in queste anni hanno
continuato ad assumere. Gli addetti nel 2017 hanno raggiunto
quota 65.400 (93% a tempo indeterminato), 1.000 in più rispetto
al 2016. E nell'ultimo triennio le assunzioni sono state 7 mila
all'anno. Fiore all'occhiello del settore - è stato detto - è
l'occupazione giovanile: secondo i dati Inps, dal 2014 al 2016
gli addetti under 35 nell'industria farmaceutica sono aumentati
del 10%, rispetto al +3% del totale dell'economia. Senza
dimenticare la percentuale di impiego femminile, che supera
abbondantemente il 40%. Il comparto inoltre è
tra i più green dell'industria: negli ultimi 10 anni le imprese
del farmaco hanno ridotto i consumi energetici e le emissioni di
gas che modificano il clima di circa il 70% (più di 3 volte la
riduzione per la media dell'industria).
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