Tassi di crescita mediamente
superiori al Pil mondiale (+9,1%, contro +3,6% previsto dal
Fmi), una forte propensione all'innovazione e alla
trasformazione digitale. Sono i trend più significativi che
caratterizzano le imprese familiari di tutto il mondo, comprese
quelle italiane, secondo una recente indagine di EY, svolta su
un campione globale di quasi 600 aziende, diffusa in occasione
dell'avvio della nuova edizione del premio EY "L'imprenditore
dell'anno".
Per mantenere il passo con i veloci cambiamenti del mercato,
le aziende familiari usano i social media (68%), raccolgono big
data (65%) e utilizzano processi di automazione robotica (50%).
Dalla ricerca emerge un'attenzione alla rivoluzione digitale
accompagnata da una "valorizzazione del capitale umano", spiega
l'amministratore delegato di Ey in Italia, Donato Iacovone.
"Diversamente dal resto del mondo, dove i family business sono
poco propensi a quotarsi, in Italia - aggiunge - sono attese per
il 2018 oltre 50 Ipo di medie aziende, sostenute anche dagli
incentivi fiscali per la quotazione delle Pmi previsti
dall'ultima finanziaria e dalla raccolta dei Pir. Una tendenza
che nei prossimi anni cambierà la struttura del nostro sistema
industriale". A dimostrare l'esistenza di un tessuto
imprenditoriale capace di innovare è anche la storia
ultraventennale del premio di Ey, rivolto agli imprenditori che
meglio hanno saputo cogliere le opportunità del mercato creando
valore per la propria azienda, contribuendo in modo
significativo all'innovazione e alla crescita dell'economia
italiana. Le candidature per diventare l'imprenditore dell'anno
2019 sono aperte fino al 26 giugno, mentre, il vincitore sarà
incoronato il prossimo novembre a Milano. Intanto, a giugno
2018, si svolgerà la gara per il titolo mondiale a cui concorre
il numero uno di Moncler, Remo Ruffini, vincitore nazionale
2017.
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