Il calo del dollaro sui mercati spinge verso l'alto il prezzo del petrolio. Il Brent del Mare del Nord è salito a 71 dollari al barile, tornando al livello del dicembre 2014, con una crescita dello 0,71%. Sale anche il Wti del Texas a 66,28 (+1%). I prezzi sono sostenuti anche dai tagli alla produzione ribaditi dall'Opec e dalla Russia e dai dati in calo delle scorte negli Stati Uniti.
DOLLARO SCENDE ANCORA Prosegue il rafforzamento dell'euro verso il dollaro, che ieri è scivolato sui livelli di 3 anni fa sulla spinta dell'amministrazione Usa per una moneta debole. La moneta unica europea sale dello 0,13% a 1,245 dollari. Il biglietto verde perde quota anche in Asia dove verso lo yen cede lo 0,3% a 108,85. I Mercati guardano alla riunione della Bce nella prima riunione del nuovo anno. Da questo mese la Bce ha dimezzato l'acquisto di titoli a 30 miliardi al mese fino a settembre prossimo da 60 miliardi. Ma i falchi di Francoforte, guidati dal tedesco Jens Weidmann, premono affinché Draghi faccia calare il sipario sul Qe al più presto alla luce di una "solida" crescita economica.
E in Cina lo yuan si rafforza per il quinto giorno di scambi di fila sul dollaro dopo che la Banca centrale cinese (Pboc) ha fissato la parità a 6,3724, rivalutandolo di 192 punti base fino ai massimi dal 13 novembre 2015. Il renminbi intorno alle 13:15 locali (le 6:15 in Italia) fa segnare uno spot rate di 6,3264 (-0,61%). Il trend è favorito dalla debolezza del dollaro, scivolato ai minimi degli ultimi tre anni, a quota 89,29, contro un basket composto dalle principali valute in scia alle dichiarazioni del segretario al Tesoro Steven Mnuchin che, a Davos, ha affermato che il calo del biglietto verde è cosa benvenuta a positiva per gli esportatori americani.
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